(ANSA) - ROMA, 30 LUG - Un monte minimo di ore di lezioni
digitali da garantire a settimana in caso di lockdown per ogni
grado. Il nuovo documento sulle linee guida del Ministero
dell'Istruzione per la Didattica Digitale Integrata è pronto,
fissa i paletti e fornisce indicazioni in vista della riapertura
dell'anno scolastico, ma anche nel caso di nuovi lockdown più o
meno estesi. La palla passa ora agli istituti scolastici che
dovranno scrivere appositi piani per la didattica digitale
integrata che, nelle scuole superiori, potrà essere in parte
applicabile già da settembre organizzando anche turnazioni per
la didattica in presenza o a distanza in caso di carenze di
spazio.
Ad essere categorico è sicuramente il numero di ore minime
stabilite in caso di chiusure: con il lockdown le ore minime di
lezione da garantire in una settimana saranno 10 per le prime
classi della scuola primaria, 15 per le altre così come per le
medie, almeno 20 alle superiori. Nel documento, che è al vaglio
in queste ore del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione,
si precisa che dovranno essere tutelati i bisogni educativi
speciali e le famiglie dovranno essere costantemente informate.
Un'altra risposta arriva sul lockdown: nel caso di chiusure,
le lezioni digitali a distanza saranno in sincrono a tutto il
gruppo classe. Alle scuole, che dovranno essere attrezzate con
mezzi efficienti e adeguati, toccherà anche effettuare
un'analisi del fabbisogno di strumenti tecnologici, oltre a
dover usare piattaforme che abbiano requisiti di sicurezza per
l'utilizzo dei dati.
Restano un punto interrogativo gli eventuali protocolli da
adottare in caso di quarantene di classi o interi istituti a
scuola, così come per gli uffici e altri luoghi di lavoro, per
tutti i quali è prevista nei prossimi giorni una circolare del
Ministero della Salute. Altri provvedimenti che possano
riguardare aspetti organizzativi in ambito scolastico, verranno
adottati di conseguenza.
Il documento, per il quale erano state coinvolte le
associazioni di categoria, ha registrato però la contrarietà dei
sindacati. Le varie sigle, in polemica per il fatto che
"riguardasse anche temi contrattuali", avevano disertato
l'incontro con il ministero sull'argomento, a cui però ha
partecipato l'Associazione Nazionale Presidi (Anp). Quest'ultima
aveva chiesto "chiarezza per un perimetro entro cui le scuole
potessero esercitare una forma di autonomia". "Per noi è uno
strumento per intervenire se non si ha possibilità di avere
tutti studenti a scuola - ha spiegato il presidente dell'Anp,
Antonello Giannelli - fissare dei termini potrebbe anche servire
laddove non si fossero trovati spazi che consentano il giusto
distanziamento sociale o nel caso di lockdown circoscritti. Non
ci sarebbero particolari problemi anche nella riduzione di unità
orarie per esempio di soli 45 minuti, purché tutto il monte ore
previsto vada rispettato: ad esempio sfruttando te ore per 4
materie". Quello che preoccupa i presidi resta la ricerca degli
spazi, che passa anche per la disponibilità e la piena
efficienza delle strutture scolastiche. Anche su questo il
lavoro della ministra Azzolina prosegue con la firma di un
provvedimento per la ripartizione di 30 milioni di euro in più
stanziati con il decreto Rilancio per l'edilizia scolastica.
"Con queste risorse - spiega - gli Enti locali potranno
effettuare interventi urgenti, nonché adattare gli ambienti e le
aule didattiche per il contenimento del contagio". E sui banchi
in arrivo aggiunge: "molte scuole ne hanno fatto richiesta, a
dimostrazione del fatto che si tratta di una misura utile. Sul
totale delle richieste, circa una scuola secondaria su quattro
ha chiesto il banco innovativo invece di quello tradizionale.
Per esigenze didattiche". (ANSA).