(di Simonetta Dezi) (ANSA) - ROMA, 24 OTT - Se un candidato
accetta i voti di un mafioso, promettendo in cambio denaro o
favori, rischia una condanna tra i 10 e i 15 anni. E lo stesso
vale per il boss. Se poi il candidato viene eletto in quella
stessa tornata elettorale scatta l'aggravante e la pena aumenta
della metà. E in ogni caso ci sarà l'interdizione perpetua dai
pubblici uffici. E' quanto prevede il testo che va a modificare
l'articolo 416 ter del codice penale nella parte che riguarda il
voto di scambio politico-mafioso. Il provvedimento, approvato
oggi dal Senato (160 sì, 98 no e 7 astenuti) e voluto fortemente
dal Movimento 5 stelle, ha visto contrari Pd, Leu e Forza
Italia, mentre ha incassato i voti, oltre che dalla maggioranza,
anche da Fratelli d'Italia. In sostanza, oltre all'inasprimento
delle pene (prima andava dai 6 ai 12 anni), secondo il nuovo
testo non è più necessario ai fini della punibilità provare che
ci sia stato un metodo mafioso nello scambio voto-favore. Ora la
parola passa alla Camera dove i più critici sperano che il ddl
venga modificato. La sua approvazione è definita dal relatore e
primo firmatario Mario Michele Giarrusso (M5S) "un passo
fondamentale nella lotta alla mafia". In più, il ddl, secondo il
parlamentare, va a riparare la modifica fatta nel 2014 dal Pd
che rendeva "più difficile condannare le persone che fanno i
patti col diavolo". "Se non spezziamo la catena tra criminalità
organizzata e politica - aggiunge - non riusciremo a rendere più
civile il nostro paese". Tranchant anche il leghista Simone
Pillon: "Ci fa schifo la mafia quando penetra le istituzioni.
Non esiste mafia senza collegamento con la politica". Mentre per
Gelsomina Vono (M5s) "il politico che accetta consapevolmente
voti che sono il frutto di condizionamenti o collusioni di
ambienti criminali è egli stesso, a tutti gli effetti, un
mafioso". Ma sia il Pd che Leu e FI parlano di "occasione
persa". "Non si sono volute ascoltare le critiche dei magistrati
e delle associazioni", commenta Giuseppe Cucca del Pd che
avverte: "Le maglie della lotta alla criminalità si
allargheranno". Di "spot pubblicitario" che aumenta "le pene
solo a chi accetta i voti da un mafioso", mentre non si
considera che non è solo la mafia a voler condizionare la
politica, parla l'azzurro Giacomo Caliendo. "E' inutile -
incalza Pietro Grasso di Leu - aumentare le pene, levare il
riferimento al metodo mafioso, e prevedere l'interdizione
perpetua a seguito di una condanna se con questa modifica si
allontana la possibilità di dimostrare la colpevolezza di chi
cerca accordi elettorali con la mafia". (ANSA).
Senato, ok ddl voto scambio
M5S,spezzare catena con crimine. Pd, Leu e FI, occasione mancata