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Federica Angeli, a Ostia oggi c'è un 'noi'

Sotto scorta da anni dopo la denuncia della sparatoria Triassi-Spada

Redazione Ansa

(di Simona Tagliaventi) (ANSA) - ROMA - Se fino a tre anni fa Ostia era per lei era "un paradiso abitato da diavoli, una Corleone dove da 30 anni tre famiglie malavitose agiscono sotto gli occhi di tutti, oggi è un paradiso "abitato da anime del Purgatorio". Federica Angeli, giornalista della Repubblica che dal 16 luglio 2013 vive sotto scorta dopo aver denunciato una sparatoria tra componenti del clan Triassi e del clan Spada, resta ostinatamente dove è nata, a due passi da Roma ma con lo sguardo rivolto al mare.
    Alle minacce ha sempre risposto con le denunce, pagando in prima persona una vita da sorvegliata speciale. "Sui profili social mi scrivevano 'ti cacceremo da Ostia' - ricorda - oggi io vivo ad Ostia e loro, gli Spada, sono al 41 bis dopo essere stati arrestati il 25 gennaio scorso. Invece restare è importante, per me, per chi a Ostia ci vive, per i miei figli". Federica ripercorre le sensazioni provate il giorno prima del processo: "Il 19 febbraio ho letto ai miei tre figli una lettera che avevo scritto per loro. Raccontavo che il giorno dopo sarei dovuta andare in quell'aula di Tribunale, che ero spaventata perché avevo toccato con mano la cattiveria di chi avrei avuto di fronte e che la rinuncia alla mia libertà era stato un sacrificio che avevo fatto per far sì che loro non temessero la mafia. Mi hanno ascoltato in silenzio, poi sono venuti tutti ad abbracciarmi: 'Ce lo hai insegnato tu che il coraggio e la paura sono la stessa medaglia e bisogna solo decidere da che parte girarla', mi hanno detto". Non si sente più sola Federica Angeli, che sta per uscire in libreria con 'A mano disarmata': "C'è un noi che ho sentito addosso che prima era impensabile. Mi arrivano lettere, apprezzamenti per avere avuto il coraggio di denunciare. I residenti hanno visto che se ci sono riuscita io, madre di famiglia, a mettermi contro la malavita, allora ce la possono, anzi possiamo, fare tutti. Sui social poi c'è una grande solidarietà". Ostia insomma risorge, le ci vorrà tempo ma le premesse ci sono tutte: "Gran parte del mondo di sotto è stato decapitato - dice la cronista - E' il mondo di mezzo che deve essere scardinato, quella zona grigia dove vige ancora la mentalità del favore, dell'impiccio, della negazione dell'esistenza della mafia". E se le chiedi se rifarebbe quella prima denuncia che le ha cambiato la vita, Federica risponde senza esitazioni: "Lo rifarei, certo, perché non c'è un'alternativa quando nasci con determinati valori. Ce l'ho messa tutta per arrivare in quell'aula, e ce l'ho fatta".(ANSA).
   

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