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Piazza Fontana, inizio 'anni Piombo'

Mattarella, perseguire verità. Traguardo atteso da italiani

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Il 12 dicembre 1969 la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, era piena di clienti venuti soprattutto dalla provincia: alle 16.30, mentre gli altri istituti di credito chiudevano, all' interno della filiale c'erano ancora molte persone. Alle 16.37 nel grande salone dal tetto a cupola scoppia un ordigno contenente 7 chili di tritolo: uccide 17 persone (13 sul colpo) e ne ferisce altre 87. Gli attentati terroristici di quel giorno furono cinque, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, e colpirono contemporaneamente le due maggiori città d'Italia: Roma e Milano. A Roma ci furono 16 feriti.
    Da molti quella di piazza Fontana è stata considerata "la madre di tutte le stragi" e ritenuta l'inizio del periodo conosciuto come gli 'anni di piombo'. La sera stessa della strage la polizia ferma a Milano 84 sospetti, tra cui l'anarchico Giuseppe Pinelli. Il 15 dicembre 1969 Pinelli morirà precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era rimasto tre giorni trattenuto per accertamenti in seguito alla esplosione della bomba. Per la sua morte si parlerà di suicidio ma ambienti dell'estrema Sinistra rilanceranno l'ipotesi che Pinelli sia stato buttato giù. Una campagna di stampa accuserà della morte di Pinelli il commissario di polizia Luigi Calabresi che in quelle ore l'aveva interrogato in questura.
    Calabresi verrà assassinato nel maggio 1972, da aderenti alla sinistra extraparlamentare. Per il suo omicidio verranno condannati Leonardo Marino (reo confesso), Giorgio Pietrostefani, Ovidio Bompressi e Adriano Sofri. Per la strage di Piazza Fontana, nel corso degli anni, nonostante diverse inchieste, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e neofascisti, non sono stati accertati né i nomi dei mandanti né quelli degli esecutori materiali dell'attentato e alla fine tutti gli accusati sono stati sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni sono stati condannati per altre stragi, e altri hanno usufruito della prescrizione, evitando la pena). Per questo oggi, nell'anniversario della strage il capo dello Stato, Sergio Mattarella ha chiesto di proseguire la ricerca della verità su Piazza Fontana "un traguardo - ha detto - atteso dai familiari delle vittime e da tutti gli italiani".
    "L'atroce strage di piazza Fontana, a Milano - ricorda Mattarella - fece irruzione nella storia repubblicana il 12 dicembre di quarantotto anni fa, provocando morti innocenti e sofferenze, sconvolgendo la coscienza civile del Paese, e proiettando sulla nostra democrazia l'ombra di una grave minaccia eversiva".
    "Le tormentate vicende giudiziarie, seguite alla strage - aggiunge il Capo dello Stato - non hanno condotto a una verità esaustiva. La domanda di giustizia non ha condotto a una definitiva risposta sugli autori materiali e i loro mandanti, ma ciò non può indurci a rassegnazione: il percorso della verità va perseguito per giungere a un traguardo atteso dai familiari e da tutti gli italiani".
   

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