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Clima: Greenpeace a Shell, basta trivellare. Ora pagate

Dopo 13 giorni di protesta sulla piattaforma nel mare del Nord

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 FEB - Dopo tredici giorni, è terminata ieri pomeriggio nel porto di Haugesund, nel sud-ovest della Norvegia, la protesta non violenta di sei attivisti di Greenpeace International che dal 31 gennaio, per quasi 4mila chilometri, hanno occupato una piattaforma petrolifera della Shell trasportata a bordo di una nave cargo che dovrebbe consentire al colosso petrolifero di sbloccare otto nuovi pozzi nel giacimento di petrolio e gas Penguins North Sea.

Lo rende noto oggi la ong precisando che una volta in porto, le attiviste e gli attivisti sono sbarcati "pacificamente dalla piattaforma, senza che la polizia norvegese effettuasse alcun arresto". Prima di concludere la protesta, i manifestanti si sono arrampicati sui 125 metri del boma della piattaforma e hanno aperto un grande striscione con la scritta: "Basta trivellare. Iniziate a pagare".

Secondo l'organizzazione ambientalista, il colosso dell'oil&gas deve infatti "assumersi le sue gravi responsabilità nella crisi climatica e contribuire ai fondi per le perdite e i danni subiti dai Paesi più vulnerabili agli eventi climatici estremi".

"Solo pochi giorni fa - prosegue Greenpeace - Shell ha annunciato profitti annuali record, pari a quasi 40 miliardi di dollari".

"Il mio messaggio all'amministratore delegato Wael Sawan è che questo è solo l'inizio", dichiara Yeb Saño, direttore esecutivo di Greenpeace South East Asia, che ha dato supporto in questi giorni a chi occupava la piattaforma, nonché in passato negoziatore principale per le Filippine nei colloqui globali sul clima. (ANSA).

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