Campania

Presidio chiuso, donazioni di sangue a rischio ad Ischia

Redazione Ansa

(ANSA) - ISCHIA, 02 SET - Donazione di sangue a rischio sull'isola d'Ischia dove, come denuncia la Fidas-Advs locale in una lettera aperta inviata ai vertici della ASL Napoli 2 Nord, del distretto sanitario 36, dell'ospedale Cardarelli e della Struttura Regionale di Coordinamento per le Attività Trasfusionali.
    Nella missiva a firma di Luigi Trani, presidente dei donatori isolani ma anche della Fidas regionale, si ricostruisce la vicenda nata dalla sopraggiunta indisponibilità dei locali del presidio sanitario San Giovangiuseppe di Ischia Ponte, struttura che per collocazione e caratteristiche è la più idonea per accogliere le donazioni (tanto che qualche anno addietro si decise di spostarle lì dall'ospedale "Rizzoli") e che il luogo che è espressamente indicato come sede delle donazioni nella convenzione sottoscritta tra la Fidas ischitana ed il Cardarelli.
    Per problematiche legate all'orario di apertura del presidio (abitualmente la domenica per le donazioni) il direttore sanitario del Distretto ha comunicato che l'unico dipendente disponibile ad aprire e chiudere i locali nei giorni festivi ha manifestato la sua indisponibilità e non avendo altri dipendenti disposti a svolgere turni straordinari e festivi non può più mettere a disposizione i locali di quella struttura per ospitare le donazioni.
    La FIdas isolana ha portato a donare, nel corso della sua lunga attività, quasi 2000 ischitani e lo scorso anno ha raccolto circa 1500 sacche di sangue che sono state utilizzate dal Cardarelli, il maggior ospedale del sud Italia.
    "Non possiamo perdere un contributo di donazioni così ingente" dice all'Ansa Luigi Trani "nel presidio San Giovangiuseppe c'è la guardia medica attiva 24 ore al giorno, siamo disposti a prenderci in carico le chiavi della struttura per aprirla ed utilizzarla le domeniche in cui si dona oppure a valutare qualsiasi altra soluzione che ci permetta di continuare ad utilizzare tale struttura; speriamo che i vertici di ASL e Distretto Sanitario vogliano incontrarci per risolvere il problema" (ANSA).
   

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