Campania

Il Consiglio comunale, stop a nuovi impianti per i rifiuti

"Città Metropolitana individui le zone sature"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 31 LUG - Stop a nuovi impianti di smaltimento rifiuti sul territorio di Acerra (Napoli): è quanto chiede il Consiglio comunale della città del termovalorizzatore, che oggi ha approvato un ordine del giorno con il quale ha impegnato il sindaco Tito d'Errico e la Giunta "ad attivare tutto quanto nei propri poteri per diffidare la Città Metropolitana di Napoli a porre in essere tutte le attività necessarie per individuare aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti", ed escludere Acerra dai siti in cui realizzare o ampliare tale tipologia di impianti. Nella seduta di Consiglio, sono stati evidenziati i criteri stabiliti dalla Regione Campania per essere esclusi dai territori dove realizzare ulteriori impianti o ampliare quelli già esistenti, ricordando che la zona Asi di Acerra era classificata, nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali del 2012, quale 'zona rossa', in cui vigeva un vincolo di inidoneità alla localizzazione di impianti di recupero, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali. L'assessore all'Ambiente Milena Tanzillo ha anche ricordato che la modifica apportata al regolamento ASI di Napoli nel 2021, inoltre, prevede che nell'agglomerato industriale acerrano sono da ritenersi escluse le autorizzazioni all'insediamento di qualsiasi attività economica di trattamento e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi, in nome del principio di precauzione e salvaguardia del territorio, vietando di fatto il rilascio di autorizzazioni di qualsiasi attività di trattamento e smaltimento di rifiuti. "Siamo di fronte a una palese violazione del principio di precauzione - ha spiegato l'assessore Tanzillo - citato nell'articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea. Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell'ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio". Tanzillo, infine, ha sottolineato che "la mancata attività di sub programmazione da parte di Città Metropolitana, in qualità di ente preposto all'individuazione di aree inidonee all'insediamento degli impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti, si traduce di fatto nel rilascio indiscriminato da parte della Regione di autorizzazioni a nuovi impianti, ignorando completamente i criteri escludenti stabiliti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali". (ANSA).
   

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