(ANSA) - CASAL DI PRINCIPE, 19 MAR - "Mi auguro che si arrivi
alla beatificazione di don Peppe Diana perché il martirio è
davanti agli occhi di tutti, la sua capacità di dire parole
coraggiose e di denuncia ma anche di fare proposte e azioni
partendo dalla parola di Dio; nella nostra mente e nei nostri
cuori don Peppino è già santo". Ribadisce parole più volte
pronunciate, nella speranza che vengano questa volta davvero
recepite Don Luigi Ciotti, presidente di Libera che stamani,
come ormai da 30 anni, ha deposto una corona di fiori sulla
tomba di don Peppe Diana al cimitero di Casal di Principe; con
lui il sindaco Renato Natale, i fratelli di don Peppe, Marisa ed
Emilio, altri parenti di vittime innocenti della camorra, come
Rossana Pagano, che ancora attende il riconoscimento di parte
dello Stato per la morte del padre, ucciso per errore.
Don Luigi ricorda i tempi in cui alla cerimonia di
commemorazione di don Peppe "eravamo 4 gatti e sentivo
interventi in cui non si riusciva a pronunciare la parola
camorra, e che diventavano cerimonie molto sterili e noi non
abbiamo bisogno di cerimonie. Negli ultimi anni ci sono stati
invece momenti molto più attenti e molto più forti che ci
ricordano che dobbiamo avere anche noi il coraggio di usare
delle parole. Non dobbiamo dimenticarci però che nonostante le
cose belle, importanti, positive, che si sono fatte in questi
anni, la presenza seppur in forme diverse delle mafie è molto
forte nel nostro Paese. Sparano di meno, sono meno appariscenti,
ma hanno trovato nuove forme, sono globalizzati, usano le
tecnologie e agiscono ad alti livelli". Il vero problema,
sottolinea don Luigi, "è che siccome ci sono stati notevoli
cambiamenti, sta crescendo la percezione che vede la gran parte
delle persone pensare che si passa dal crimine organizzato
mafioso al crimine normalizzato, invece le mafie non sono una
delle tante cose. La mafia - ripete - c'è ed è presente. Ci
vuole una risposta collettiva alla peste mafiosa e alla peste
corruttiva, abbiamo tagliato in questi anni la malaerba in
superficie, ci si è occupati di sintomi, un grande lavoro lavoro
di magistratura e forze di polizia, ma bisogna estirpare il male
alla radice e per farlo c'è bisogno di politiche sociali, che
vuol dire opportunità che si danno alle persone. Se la politica
non fa questo non è politica ma è un'altra cosa" conclude il
fondatore e presidente di Libera. (ANSA).
Ciotti, mi auguro si arrivi alla beatificazione di don Diana
'Il suo martirio è davanti agli occhi di tutti'