Campania

Violenza donne: Ercolano, una rete sul territorio

Saranno coinvolti più soggetti per garantire risposta efficace

Redazione Ansa

(ANSA) - ERCOLANO (NAPOLI), 14 OTT - Per prevenire la violenza di genere occorre fare rete, coinvolgendo forze dell'ordine, Asl, scuole e parrocchie, non solo gli operatori del Centro Anti Violenza: in questo modo sarà possibile garantire una risposta e un aiuto efficace alle vittime. A dirlo è il sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale Anci, Ciro Buonajuto, al termine del primo incontro tecnico-operativo nel Centro Anti Violenza 'Annabella Cozzolino' nella Città degli Scavi.
    "Per combattere la violenza di genere dobbiamo fare rete, perché questa è una battaglia che si vince tutti insieme, avendo strumenti comuni e parlando lo stesso linguaggio" ha spiegato Buonajuto. "E' nostro compito educare le nuove generazioni a riconoscere la violenza che non è solo quella fisica, non è solo uno schiaffo, ma anche l'impedire la ricerca di un lavoro o garantire una indipendenza economica. Per questo abbiamo deciso che il Centro Anti Violenza vada oltre l'idea di uno sportello di ascolto, ma diventi protagonista di un programma di conoscenza e formazione".
    All'incontro hanno preso parte anche Lucio Perone, assessore con delega alle Politiche Sociali, Mario Sicignano e Raffaella Ruocco, rispettivamente presidente e consigliere di Proodos, la società che gestisce il Centro Anti Violenza 'Annabella Cozzolino', la referente delle Politiche Sociali dell'ambito, Letizia Allocca, rappresentanti del Commissariato della Polizia di Stato, il direttore sanitario del distretto 55, Domenico Russo, i rappresentanti dell'Istituto Superiore Tilgher, e dell'Istituto Comprensivo Maiuri, oltre alle operatrici del centro sociale. La costituzione di una rete sarà formalizzata attraverso la firma di un protocollo.
    "Il tutto sarà completato da una attività di scouting per creare opportunità di lavoro per le donne vittime di violenza" ha concluso "Molto spesso, infatti, un elemento pregiudicante resta l'indipendenza economica. Non basta solo la consapevolezza di un fenomeno, ma anche offrire a quelle vittime un tetto e un autonomia finanziaria". (ANSA).
   

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