Campania

Giornalisti: genitori Paciolla, attendiamo ancora verità

Madre cooperante ucciso, non ci accontentiamo di versione Onu

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 09 SET - "Sono passati due anni dalla morte di Mario e attendiamo ancora una verità chiara. Vogliamo sapere, non ci accontentiamo di quello che dice l'Onu, quindi andremo avanti nella nostra ricerca, in questo percorso di verità e giustizia". Lo ha detto Anna Motta, madre di Mario Paciolla, cooperante Onu e giornalista, ucciso nel 2020 in Colombia in circostanza ancora poco chiare, intervenendo a margine dell'iniziativa #FreeSafronov, a sostegno della libertà di stampa, che si è svolta nella sede del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania.
    "Siamo presenti quando ce lo chiedono - ha aggiunto Anna Motta - proprio perché vogliamo che questa storia non venga assolutamente dimenticata, così come invece voleva l'Onu subito dopo averci comunicato la notizia della morte di Mario, chiedendoci se volevamo la restituzione del corpo. In quella occasione abbiamo capito che l'Onu avrebbe voluto chiudere la partita in quel momento. Noi abbiamo soprattutto la necessità di sapere che cosa è successo esattamente a Mario, da chi e perché è stato ucciso". "Da subito l'Onu - ha precisato Pino Paciolla, papà del cooperante ucciso - ha classificato la morte di Mario come suicidio, il che non è assolutamente vero". L'incontro è stato caratterizzato da un collegamento video con Trento, dove si ricordava la figura di Antonio Megalizzi, cronista ucciso a Strasburgo nel 2018. (ANSA).
   

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