Campania

Musei: l'altro MANN raddoppia, più depositi in mostra

Tante Veneri, statue, bronzi e arredi da Pompei ed Ercolano

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 08 LUG - L'altro MANN raddoppia e racconta la suggestione delle celebri domus di Pompei ed Ercolano tra veneri 'a colori', bronzi e arredi spettacolari, capolavori restaurati o poco visti: nelle sale 77 e 78 degli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli altri trentacinque tesori si aggiungono così ai sessanta già esposti da maggio.
    "Aperti per ferie, anzi con l'estate pronti a rivelare nuove meraviglie - dice il direttore Paolo Giulierini, impegnato in una forte valorizzazione degli immensi depositi - grazie ad una squadra che procede a passi spediti, un'altra fetta del museo viene svelata e raccontata. Al MANN, insomma, occorre sempre tornare, anche se si è visitato da pochissimo. E a settembre l'appuntamento è nella sala del Plastico con tessuti, ori e commestibili''.
    Nelle teche Afrodite è protagonista e alcune statue hanno tracce di colore. Soggetto di decorazione bronzea di una fontana la dea fa il bagno assistita da una ninfa; da Pompei ci sono la Venere Lovatelli semipanneggiata e appoggiata a un pilastrino con idoletto, due Venere Anadyomene (che esce dall'acqua strizzandosi i capelli), e ancora, accovacciata, che si slaccia il sandalo. Sul tema infanzia: il piccolo pescatore dormiente, il fanciullo con una lepre bocca di fontana, c'è il bambino con il mantello, quello spaventato da un rospo, quello che accarezza una colomba. Dalla realtà al mito: ecco un rilievo con la storia di Telefo (Ercolano), le statue bronzee di un Dioscuro, dell'Amazzone a cavallo, quella marmorea di Apollo da Pompei. Dai regni ellenistici giungono le raffinatissime statue bronzee di Alessandro a cavallo e di cavallo rampante (Ercolano) copia ridotta delle opere del gruppo equestre commissionato a Lisippo. Non mancano i sovrani successori: Demetrio Poliorcete e Alessandro I Balas. Fra gli arredi spiccano un meraviglioso braciere su tripode decorato con Sfingi (bronzo, da Ercolano) e un Sileno ebbro che sosteneva vasi o piatti da portata (da Pompei). La mostra è curata da Marialucia Giacco. (ANSA).
   

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