Campania

Cnr-Iriss, cittadini siano consapevoli,governino l'algoritmo

A Napoli presentato il libro 'Pandemia e infodemia'

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 24 MAG - "Oggi chi ha il controllo dei dati ha il controllo di tutto; i dati non sempre vengono utilizzati in maniera corretta. Il compito della ricerca, degli enti di ricerca, delle Università, è quello di contribuire a far maturare nei cittadini una consapevolezza e una capacità di gestire una grande quantità di informazioni che ricevono quotidianamente; occorre che sappiano governare l'algoritmo, non essere governati dall'algoritmo dei social network". Così il direttore del Cnr-Iriss (Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo) di Napoli, Massimo Clemente, alla presentazione del libro di Marco Ferrazzoli e Giovanni Maga 'Pandemia e infodemia. Come il virus viaggia con l'informazione", incontro moderato da Antonio Coviello, ricercatore e consigliere Cnr-Iriss.
    Sono intervenuti alla riunione sul tema "Le fake news fanno male alla salute (e non solo)" anche Caterina Arcidiacono, docente universitaria di Psicologia sociale, Maria Ludovica Genna, dirigente medico del Cardarelli, Angelo Cerulo, giornalista. Secondo Clemente "occorre sapere utilizzare gli strumenti che pure sono molto importanti e, quindi, essere molto critici e selettivi nell'acquisizione delle informazioni dai social network".
    Il tema del rapporto scienza-comunicazione in relazione non solo alla pandemia ma anche alla guerra in Ucraina o al cosiddetto vaiolo delle scimmie pone questioni centrali che hanno un peso nella vita delle persone. Ha affermato Ferrazzoli, capo Ufficio Stampa del Cnr: "Il problema si pone quando si bada solo al consenso e non all'autorevolezza di chi parla di un tema". Ha ancora evidenziato Ferrazzoli: "Serve la responsabilità di tutti, inclusa la classe scientifica che ha avuto una grande occasione di visibilità che non ha sfruttato forse come avrebbe dovuto". "La scienza ha il compito di veicolare le notizie in modo chiaro, fruibile. Occorre, quindi, 'educare' i ricercatori a comunicare in maniera molto più semplice' ha affermato Coviello. (ANSA).
   

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