(ANSA) - NAPOLI, 23 FEB - "Cosimo non si lamentò affatto
della circostanza che fosse stata uccisa in quell'evento una
seconda persona perché era il periodo in cui più persone si
uccidevano più Cosimo era contento...". A parlare della ferocia
di Cosimo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, fratello
di Ciro e Marco Di Lauro, i tre fratelli che, secondo gli
inquirenti, rappresentavano il triumvirato alla guida
dell'omonima famiglia camorristica di Secondigliano, è Salvatore
Tamburrino, uomo di fiducia di Ciro "o' chiatto" e anche di
Marco Di Lauro, detto "F4", colui che ha consentito l'arresto di
Marco dopo 14 anni di latitanza. Tamburrino venne arrestato per
l'omicidio della moglie Norina Matuozzo il 2 marzo 2019: lo
stesso giorno viene arrestato anche Marco Di Lauro. Tamburrino
ha iniziato la sua collaborazione con la Giustizia il 22 ottobre
dello stesso anno.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, risalenti al 21
novembre 2019, sono annesse all'ordinanza notificata ieri dal
Nucleo Investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna a
Ciro Di Lauro, Giovanni Cortese, Salvatore Petriccione e Ciro
Barretta (gli ultimi tre facenti parte del gruppo di fuoco, il
primo il mandante), per il duplice omicidio avvenuto a Melito,
in provincia di Napoli, il 21 novembre 2004, di Domenico Riccio,
considerato il riciclatore, o comunque il cassiere, di Abbinante
Raffaele detto "papele", appartenente alla frangia rivale degli
scissionisti, e di Salvatore Gagliardi, anche lui morto in
quell'agguato malgrado non fosse tra gli obiettivi della
"squadra di morte" dei Di Lauro di istanza proprio a Melito
durante la faida di Secondigliano del 2004.
Tamburrino, scrive il gip di Napoli Ambra Cerabona
nell'ordinanza con la quale ha disposto le quattro misure
cautelari, "...rappresenta l'affiliato di livello superiore dei
Di Lauro che ha portato all'attenzione degli inquirenti un
patrimonio conoscitivo rilevantissimo in ordine ai periodi della
faida del 2004". (ANSA).
Camorra: "Ucciso innocente? Più ne morivano più boss contento"
Parla "pentito" che consentì cattura Marco Di Lauro dopo 14 anni