Campania

Calcio: Maradona jr, per la maglia di papà serviva nostro ok

Il figlio del campione:firma Ceci non valida, Napoli ci contatti

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 08 NOV - "La maglia con l'immagine di mio padre è stata fatta senza mai alzare il telefono con uno di noi figli, il Napoli ha fatto tutto tutto con Stefano Ceci con cui abbiamo iniziato un'azione legale perché crediamo che il contratto con mio padre sull'uso della sua immagine dopo la sua scomparsa non vale più". E' questo il nodo su cui batte Diego Armando Maradona Junior, uno dei cinque figli riconosciuti dall'argentino insieme a Dalma, Giannina, Jana e Diego Fernando.
    Maradona jr. si riferisce alla maglia indossata ieri dagli azzurri contro il Verona e venduta già in 1926 esemplari (anno della fondazione del club azzurro) con un incasso che andrà in beneficenza.
    Maradona Junior non ha voglia di fare causa al Napoli o di ricavare soldi ma semplicemente far capire che per l'uso dell'immagine di Maradona bisogna parlare con i figli. "Mio padre - spiega all'ANSA - nell'agosto 2020 ha firmato un'autorizzazione per l'uso dell'immagine a Stefano Ceci. Quando è mancato, si sarebbe dovuto parlare di questa cosa con noi eredi. Questo non è accaduto e noi fratelli siamo rimasti molto delusi. Lo ha scritto anche Dalma qualche giorno fa. A Ceci è stata notificata questa rottura di contratto ma lui continua a dire che il contratto è in vigore e quindi firma autorizzazioni per un contratto che per noi è nullo. Ha firmato quindi una persona non autorizzata". Nei confronti di Ceci già da un mese i figli di Maradona hanno iniziato un'azione legale: "Gli avvocati - spiega - ci dicono che siamo dalla parte della ragione. Contro il Napoli ad oggi non abbiamo fatto alcuna azione legale ma proveremo a metterci in contatto con la società e proveremo a spiegare che il contratto non è valido. Ad alcune persone della società è stata già notificata questa opposizione che nasce non da una questione di soldi, dei soldi non mi interessa. Però nessuno ci ha considerato". "Quello che è successo prima della morte di mio padre sono sue responsabilità. Ma ora vogliamo un dialogo con il Napoli e non vogliamo essere costretti ad agire per vie legali. Stiamo preparando una lettera da mandare al Napoli, spero che qualcuno ci chiami ma per dialogare, io non voglio niente dal Napoli ma vogliamo essere considerati".
    (ANSA).
   

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