(ANSA) - NAPOLI, 21 GIU - Aveva allacciato una relazione
extraconiugale con la moglie di un detenuto affiliato al clan
Abbinante di Scampia, e per questo motivo i vertici
dell'organizzazione malavitosa ne hanno decretato la morte: a
salvarlo, in pratica, sono stati i sostituti procuratori della
DDA e gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di
Napoli i quali, dopo avere capito che la morte dell'uomo era
ormai imminente, hanno sottoposto a fermo mandanti ed esecutori
materiali, quando, ormai, per la vittima era stata addirittura
già scavata la fossa. I destinatari dei provvedimenti cautelari
sono il boss Antonio Abbinante, suo nipote Raffaele (figlio di
Francesco, ndr), e altre tre persone, Antonio Esposito,
Salvatore Morriale e Paolo Ciprio. La vittima designata è
ritenuta contigua all'organizzazione camorristica. Gli
investigatori hanno scoperto la vicenda nell'ambito di un'altra
attività investigativa e sono stati costretti a fare anche uso
di "deterrenti", alcune perquisizioni, per cercare di far
desistere mandante e killer dall'intento di uccidere la vittima.
Il progetto invece stava andando avanti. La Squadra Mobile
(diretta da Alfredo Fabbrocini) e la DDA (sostituti procuratori
Maurizio De Marco, Lucio Giuliano e Giuliano Caputo) sono quindi
entrati in azione dopo avere scoperto che nelle campagne tra
Marano e Arzano, nel Napoletano, era già stava scavata la fossa.
Lì, infatti, la vittima sarebbe stata attirata, con il pretesto
di un chiarimento, uccisa e seppellita.
Un sesto fermo, nell'ambito della stessa vicenda, è stato emesso
dalla Procura di Napoli Nord su richiesta della DDA di Napoli:
riguarda Arcangelo Abbinante, elemento di spicco dell'omonimo
clan di Scampia, a cui viene contestata l'associazione a
delinquere di tipo mafioso e non il tentato omicidio. (ANSA).
Condannato dal clan per una relazione, salvato da Ps e Dda
Sei fermi: vittima designata era amante moglie affiliato