(ANSA) - BOLOGNA, 14 AGO - Si era tolto la vita due anni fa,
l'11 maggio del 2018 gettandosi
sotto un treno a seguito di debiti economici e dopo essersi
rivolto ad un giovane, per un prestito di 5.000 euro, che il
ragazzo aveva poi fatto lievitare chiedendo interessi
esorbitanti. Adesso - riportano i quotidiani locali riminesi -
per quella morte, avvenuta a 40 anni, chiuse le indagini da
parte della Squadra Mobile della Polizia e coordinate dalla
Procura, è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in
carcere e un sequestro preventivo di beni nei confronti di un
29enne napoletano radicato anche a Cattolica, nel Riminese, già
recluso dal settembre del 2018 a Poggioreale per altri reati.
Secondo l'accusa l'uomo sarebbe responsabile di usura
continuata, estorsione continuata, lesioni personali aggravate
nei confronti del suicida - un 40enne di Cattolica - e di morte
come conseguenza dei delitti di usura ed estorsione nei
confronti.
In base a quanto riportato dalla stampa locale, altre
persone sarebbero finite nella rete dell'uomo ma avrebbero
negato di essere 'clienti', del presunto usuraio. Una figura che
- è stato ricostruito dalle indagini, - movimentava denaro ma
dichiarava redditi pari a zero.
A dare il via alle indagini sul suicidio del cattolichino un
suo messaggio ai figli in cui chiedeva perdono per non riuscire
a sopportare il peso della vergogna. Dopo essere caduto in balia
del giovane che, viene scritto, non avrebbe esitato a minacciare
il 40enne per riavere i soldi prestati con interessi lievitati a
cifre esorbitanti e persino la madre e la compagna. Nel corso
dei mesi, il 29enne, avrebbe tempestato l'uomo di telefonate,
agguati, minacce, alludendo perfino ai figli piccoli. Nel solo
giorno del suicidio le telefonate - le ultime senza risposta -
erano state una cinquantina. (ANSA).
Si getto sotto un treno per debiti, arrestato presunto usuraio
Indagini Polizia di Rimini. Uomo già in carcere per altri reati