(ANSA) - BOGOTÁ, 02 AGO - La Procura generale della Nazione
ha ordinato in Colombia l'apertura di una inchiesta sui membri
della polizia criminale colombiana (Sijin) che permisero
all'indomani della morte di Mario Paciolla, dipendente dell'Onu
a San Vicente del Caguán, ad una unità dell'Onu di prelevare
tutti i suoi effetti personali ed alterare il luogo centrale
delle indagini per risalire alle cause del decesso. In un
nuovo articolo per El Espectador, Claudia Julieta Duque,
giornalista amica di Paciolla, precisa che il riferimento è
all'intervento il 16 luglio della Unità di indagini speciali
(Siu) del Dipartimento di Salvaguardia e sicurezza delle Nazioni
Unite, collegato alla Missione di Verifica degli Accordi di pace
fra le Farc e il governo colombiano, per cui operava il 33enne
napoletano. Il reato prefigurato nei confronti degli agenti
della Sijin, precisa il giornale, è di "ostruzione della
giustizia", perché con il loro comportamento non è stato
protetto l'appartamento del cooperante italiano che avrebbe
potuto dare le risposte al dilemma sulle cause della morte.
Dall'inventario dei beni inviato alla famiglia di Paciolla in
Italia, dall'appartamento furono prelevati, fra l'altro, oltre
otto milioni di pesos (1.820 euro), carte di credito,
passaporti, una macchina fotografica, materiale informatico,
varie agende, ricevute e numerose fotografie. La giornalista
di El Espectador segnala poi che all'autopsia del cadavere di
Paciolla partecipò anche il capo della Missione medica locale
dell'Onu, Jaime Hernán Pedraza Liévano, nonostante non fosse un
anatomopatologo. (ANSA).
Colombia: media, Procura indaga polizia per alterazioni caso
Permise all'Onu di intervenire il giorno dopo la morte