Campania

Napoli: beni culturali ecclesiastici, ecco come valorizzarli

Confronto sui progetti Iriss-Cnr.Morvillo,iniziative sostenibili

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 28 GIU - "Il progetto 'Ad Maiora' è una risposta concreta al problema della valorizzazione e della gestione del patrimonio culturale, in particolare quello religioso, maggiormente critico sotto il profilo della conservazione, tutela e valorizzazione, che rappresenta il 20 per cento del patrimonio culturale iscritto nella lista mondiale Unesco. E' una sfida che portiamo avanti attraverso la sperimentazione e validazione di un modello di co-progettazione di un sistema di servizi in grado di stimolare la creazione di iniziative imprenditoriali culturali sostenibili. L'iniziativa si basa anche sull'esperienza che l'Istituto ha maturato con la partecipazione a progetti finanziati con fondi europei sulla ricerca e la progettazione di modelli di business innovativi in grado di generare flussi di cassa che consentono di sostenere i costi di gestione e manutenzione dei beni e, al tempo stesso, di aprire le strutture al territorio, rafforzando quello spirito identitario che negli ultimi decenni si è progressivamente affievolito". Lo ha detto Alfonso Morvillo, direttore dell'Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (Iriss) del Cnr, nella presentazione del progetto "Ad Maiora" svoltasi nel Complesso Monumentale di Sant'Anna dei Lombardi a Napoli e che si conclusa con un concerto per canto e pianoforte affidato al soprano Angelina Maniscalco e al maestro Bruno Canino al piano.
    "Oggetto dell'iniziativa sono chiese e oratori chiusi dagli anni Ottanta - come ha spiegato don Salvatore Fratellanza, presidente del Comitato di gestione delle Arciconfraternite commissariate - grazie al protocollo d'intesa con l'Iriss-Cnr potremo far rivivere oratori e strutture ecclesiali chiuse da tanto tempo, restituendole alla città e ai suoi abitanti". Per Elena Coccia, presidente della commissione Cultura e Turismo del Comune di Napoli, "con questo progetto parte del patrimonio Unesco ricomincerà a vivere". "Esiste il turismo a all'aperto, delle strade, dei sentieri, dei grandi spazi, delle chiese e spero che con Riparte Italia ci si pensi". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it