Campania

La Pompei intima di Giulio Polibio

70 oggetti raccontano le ultime ore di un'agiata famiglia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 DIC - Un beauty in legno e bronzo con le sue boccette di vetro piene di profumi e unguenti, i resti del letto con la sua maestosa testata, un cratere in bronzo che già allora, nel 79 d.C poteva far mostra di sé come un ricco pezzo di antiquariato. Enorme e raffinata la casa di Giulio Polibio, candidato di punta alle elezioni che si sarebbero dovute svolgere a breve, era una delle più belle di Pompei, ricca come il suo padrone, facoltoso liberto della gens Julia, commerciante in carriera dalle alte ambizioni. Ma forse anche di più, visto che per gli archeologi questa dimora dalla pianta particolarmente complessa potrebbe essere appartenuta in passato proprio alla gens Julia , in particolare ad un certo L.Julius Philippus il cui sigillo è stato trovato in giardino.Tant'è, quella meraviglia da 7.500 metri quadrati edificata proprio accanto alla domus dei Casti Amanti è stata abitata fino all'ultimo istante della tragedia, i suoi 13 abitanti, componenti della famiglia di Polibio sono morti tutti fra quelle mura, qualcuno anche nel suo letto, senza portare via nulla, dai gioielli alle suppellettili, i mobili, le argenterie, il vasellame da cucina. "Con tutta probabilità avevano deciso di non muoversi perché la giovane figlia di Polibio, una ragazzina poco più che sedicenne, era incinta e la gravidanza era ormai agli sgoccioli", spiega all'ANSA il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna. Quello che è rimasto insieme ai resti dei corpi è una sorta di manuale della vita pompeiana che ora rivive in una mostra raffinata che in attesa che vengano completati i lavori di restauro della domus si apre dal 23/12 nelle sale dell'Antiquarium. (ANSA).
   

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