Campania

Un mistero in Abruzzo per Martin Bora

In libreria "Il morto in piazza" di Ben Pastor

Ben Pastor, Il Morto in piazza

Redazione Ansa

BEN PASTOR, IL MORTO IN PIAZZA. Traduzione di Luigi Sanvito, Sellerio editore E' ambientato in Abruzzo uno degli episodi più suggestivi della saga di Martin Bora, l'ufficiale-gentiluomo-detective creato da Ben Pastor. "Il morto in piazza", edito anni fa da un'altra casa editrice, viene riproposto in una nuova traduzione da Sellerio, che sta pubblicando i vecchi e i nuovi titoli del ciclo di romanzi in cui Bora è alle prese con enigmi da risolvere ma anche con le drammatiche lacerazioni causate dal conflitto insanabile tra gli orrori del nazismo e la fedeltà alla propria bandiera. Siamo nel 1944. Lasciata Roma diretto a Bolsena, Bora viene catapultato a Faracruci, un paesino dell'Abruzzo, per una missione segretissima e rischiosa. Si tratta di recuperare dei documenti brucianti. Mussolini, subito prima di lasciare la prigionia di Campo Imperatore preso in custodia dai tedeschi, ha affidato a un confinato della zona, suo conoscente, una corrispondenza segretissima e compromettente per tutti. Sono delle lettere cui danno la caccia sia gli Inglesi sia il temibile servizio segreto delle SS. Martin deve precederli, pena conseguenze devastanti per l'Italia e distruttive anche per le dissidenze antinaziste interne all'esercito. A complicare la situazione, si intromette il cadavere di un giovane sconosciuto, trovato una mattina nella piazza del paese. Sullo sfondo della guerra e della Resistenza abruzzese, Bora rintraccia l'avvocato Borgonovo, un milanese, ex interventista, ex amico del capo del fascismo, poi divenuto influente esponente dell'antifascismo, perciò ristretto in montagna, al confino, da molti anni. Le pressioni crescenti su di lui non lo convincono a cedere il suo tesoro. Entrambi sanno che, qualunque sia l'esito, l'avvocato dovrà essere eliminato, eppure tra Bora e Borgonovo si stringe una sottile comunanza, di ironia, di umanità, di cultura, di onore. In Martin Bora - soldato d'alta scuola, nobile integralmente europeo e autenticamente tedesco, diviso tra il disprezzo del nazismo e la fedeltà al giuramento - si raffigura l'aristocrazia militare tedesca irretita da Hitler che troppo tardi comprese l'orrore.

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