Campania

Romano accoltellato a Napoli, Digos: ultrà non c'entrano

Il giovane potrebbe aver inventato vendetta per Ciro Esposito

La psicosi della vendetta ultrà dopo morte Esposito

Redazione Ansa

La Digos di Napoli, dopo i primi accertamenti, esclude che il ferimento di R.P., 36 anni, romano, avvenuto ieri a Napoli, sia da collegare a rivalità tra tifosi. Proseguono le indagini per chiarire del tutto le modalità dell'episodio. 

Il ferito - medicato ieri in ospedale e poi dimesso con prognosi di cinque giorni - in un primo momento avrebbe detto ai medici di essere stato aggredito nei pressi della stazione ferroviaria di piazza Garibaldi da un gruppo di persone che lo avevano preso di mira sentendolo parlare con accento capitolino, e che ferendolo avrebbero detto "questo è per Ciro", in riferimento alla morte di Ciro Esposito, il tifoso azzurro colpito gravemente fuori dello stadio Olimpico e morto dopo una lunga agonia.

Gli elementi raccolti finora dagli investigatori partenopei smentiscono questa versione, a cominciare dal luogo del ferimento, che non è avvenuto a piazza Garibaldi. Si sa che R.P.
era in compagnia di un amico e non si esclude che il taglio - lieve, tra l'anca e la coscia sinistra - possa essere stato provocato da cause accidentali o collegato a un diverbio di natura personale.

"Non è stata una vendetta per la morte di Ciro Esposito": ha quindi detto il 36enne romano ascoltato oggi in Questura di Roma. Dal racconto sarebbe emerso che non si è trattato di "una vendetta degli ultrà nel nome del tifoso azzurro morto". La polizia ha anche raccolto altre testimonianze di persone vicine al ferito. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it