Regioni

Capodanno,tante le bollicine calabresi

La scelta degli spumanti autoctoni per l'ultima notte del 2016

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 31 DIC - Che sia "Almaneti" o "Rosaneti" di Librandi, "Dovì" dell'azienda Ferrocinto o ancora "Gran Cuvee'" brut e rosè de iGreco, "Frankye Go" dell'azienda Santa Venere, "Ferdinando 1938" brut rosè di Statti o "Don Fortunato" di Tenuta Iuzzolini, di certo alzare i calici per salutare, com'è tradizione, l'arrivo del nuovo anno con spumanti "made in Calabria", è ormai diventata una consuetudine dal Pollino allo Stretto.
    Il "cin cin" per lasciarsi dietro le spalle i dodici mesi passati è merito, senza dubbio, dei progressi consolidati di alcune delle principali realtà vinicole della regione. Aziende che, da anni, si sono cimentate, con un certo successo, con il mondo delle bollicine. Un settore che, a livello nazionale, riesce perfino a tenere testa alla blasonata tradizione dello champagne d'Oltralpe. E così sono tante le etichette calabresi, frutto della sapiente coltivazione di vitigni autoctoni come gaglioppo, magliocco, mantonico e greco, in grado di proporsi all'attenzione del mercato regionale e non solo. Prodotti, in alcuni casi piccoli gioielli, che celano lo sforzo di case vinicole che, sebbene già in possesso di un nome talvolta affermato nel panorama enoico, hanno accettato di mettersi in gioco puntando decisamente alla conquista di un segmento commerciale assolutamente nuovo ma dalle prospettive più che incoraggianti.
    Cantine conosciute ed apprezzate al di fuori dei confini della regione per i loro vini di nome che si sono cimentate nella spumantizzazione di vitigni autoctoni sulla scia di quel percorso sperimentale, saldamente ancorato alla riscoperta delle antiche radici enoiche della Magna Grecia, che ha portato l'enologia calabrese a compiere negli ultimi anni passi da gigante. Un lavoro fondato sulla presenza di 11 mila ettari d vigneto sparsi sul territorio della regione da Cirò a Castrovillari, da Bisignano a Paola ed a Lamezia Terme che riassume e sintetizza i progressi di un settore strategico nell'ambito dell'agroalimentare da export, unica voce che dà segni di vita nell'asfittico panorama economico di una Calabria che, solo fino a un decennio addietro, era considerata la cenerentola del vigneto Italia.
    Un brindisi, quello del prossimo Capodanno, che assume un valore ancora più significativo se si tiene conto dell'aumento record (+ 20%) delle spedizioni di spumante italiano all'estero, secondo quanto emerge da un'analisi di Coldiretti relativa ai primi otto mesi del 2016. Dato tutt'altro che scontato se rapportato al boom di richieste di bollicine italiane registrato anche dalla Francia Prosit. (ANSA).
   

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