Calabria

Marco Leonardi, Il mio posto è qui, tra emancipazione e libertà

Con Ludovica Martino in film di Bortone e Porto. Al via set

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 08 MAR - Una storia "molto bella" di emancipazione e ricerca della libertà, "su un'amicizia profonda, pura, pulita" ambientata nella Calabria degli anni '40 tra Marta (Ludovica Martino) ragazza madre e "Lorenzo, interpretato da me, l'unico omosessuale del paese, almeno l'unico di cui si sappia in giro. Nasce un legame tra loro come tra fratello maggiore e sorella: Lorenzo si rende conto che tutte le ingiustizie che ha vissuto lui, le sta affrontando anche Marta". Così Marco Leonardi, attore che ha lavorato con maestri come Giuseppe Tornatore, Ridley Scott, Alfonso Arau, Abel Ferrara, John Irvin, Dario Argento e Robert Rodiriguez descrive all'ANSA il suo nuovo film appena andato sul set in Calabria, Il mio posto è qui, scritto e co-diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, anche autrice del romanzo (presto in libreria con Sperling e Kupfer) da cui nasce la storia.
    Il film, prodotto da Orisa Produzioni, con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, Apulia Film Commission e Regione Lazio è ambientato all'indomani della fine della Seconda Guerra mondiale, in un piccolo paese calabrese, dove c'è l'incontro tra Marta (Ludovica Martino), ragazza madre, promessa in sposa ad un uomo che non ama, e l'assistente del parroco, Lorenzo (Leonardi), omosessuale, conosciuto come 'l'organizzatore dei matrimoni'. Il loro legame porta Marta a lottare per trovare il proprio posto nel mondo come donna.
    "Questo di Lorenzo è un ruolo che ho sempre desiderato fare anche per dare voce a tutte quelle persone che anche oggi devono nascondere la propria natura. Se pensiamo che ancora capita che dei ragazzi omosessuali vengano picchiati in strada... qualcosa di inconcepibile". Come a Lorenzo, "anche a Marta, nella società di quell'epoca vogliono negare la libertà di scegliere". Oggi "sicuramente si sono fatti grandi passi avanti nei diritti per le donne, ma a volte ho l'impressione siano solo belle facciate.
    Quando si arriva al dunque, ritornano certi atteggiamenti maschilisti, certe chiusure - dice Leonardi -. E' una strada che deve continuare, bisogna abbattere queste barriere. Guardiamo anche a quanto sta succedendo nei paesi arabi. Bisogna supportare il cambiamento". (ANSA).
   

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