Calabria

'Ndrangheta:operazione carabinieri nel Crotonese, 31 arresti

Indagini sono state coordinate dalla Dda di Catanzaro

Redazione Ansa

(ANSA) - MESORACA, 03 OTT - Operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone, che, insieme ai militari del Ros ed a quelli per la Tutela forestale di Cosenza, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda, a carico di 31 persone.
    L'operazione riguarda il "locale" di 'ndrangheta di Mesoraca.
    Per 27 delle persone coinvolte nell'operazione é stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre a quattro sono stati concessi gli arresti domiciliari.
    Le persone destinatarie della misura cautelare sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata alla gestione ed al traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata al traffico, alla produzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati, con l'aggravante di essere un'associazione armata. Spazzatura e scarti come catrame e asfalto, copertoni, residui di lavori autostradali nel cippato conferito alla centrale a biomasse di Cutro. E' quanto emerso dall'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone, che, insieme ai militari del Ros ed a quelli per la Tutela forestale di Cosenza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha portato all'esecuzione di misure cautelari per 29 persone (due sono irreperibili) nel Crotonese. Le persone coinvolte sono considerate appartenenti a una organizzazione che controlla un vasto territorio della provincia crotonese. "In particolare - ha spiegato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, nel corso di una conferenza stampa - questi presunti innocenti hanno gestito il controllo dei boschi, il controllo della Presila, partendo dal Crotonese fino alla provincia di Cosenza". "Loro ha aggiunto Gratteri, hanno controllato per tanti anni il taglio dei boschi, il trasporto del legname, il conferimento alla centrale a biomasse di Cutro. Il dato anomalo è che per biomasse si intende la lavorazione dello scarto, del cippato della legna che dovrebbe trasformarsi in energia pulita. Un'attività prevista per legge dove si ottengono milioni di euro di contributi. Ma, secondo l'imputazione, questi presunti innocenti nelle biomasse, nel cippato mettevano spazzatura, scarti come catrame e asfalto, copertoni, residui delle lavorazioni sull'autostrada. Questo, secondo l'indagine, ha creato grande inquinamento. Riuscivano in modo mafioso ad accaparrarsi il taglio dei boschi, a conferire a dei soci l'acquisto delle biomasse di Cutro e a inserire spazzatura nel cippato".
    (ANSA).
   

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