Calabria

Lo Giudice torna a casa, non smetterò di chiedere giustizia

L'uomo con la famiglia, chiede tranquillità

Redazione Ansa

(ANSA) - AMELIA (TERNI), 22 APR - È tornato nelle sua abitazione di Montecampano di Amelia Roberto Lo Giudice, scarcerato questa mattina dopo l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti il 30 marzo scorso per l'omicidio della moglie Barbara Corvi al quale si è sempre proclamato estraneo.
    L'uomo è chiuso in casa con le figlie e la compagna, con le quali ha chiesto di essere lasciato in tranquillità in queste prime ore di libertà.
    All'esterno dell'abitazione, affacciata sulla strada principale che porta al paese, è stato fissato un grande drappo dove si scorge la scritta 'Roberto libero'.
    "Questa vicenda ci ha colpito molto a tutti, in particolar modo a me personalmente e ai miei figli tutti. Sono 12 anni che non hanno fatto altro che puntare il dito contro un marito onesto e lavoratore, infangando la mia persona in tutti i modi" ha detto Lo Giudice in una dichiarazione rilasciata a Klaus Davi - che ne ha poi fornito il testo - collaboratore di 'Fatti e misfatti'. "Fatto resta - ha aggiunto - che a me è scomparsa una moglie che ho sempre amato. Non smetterò di chiedere giustizia.
    Come ben si nota la giustizia ha fatto il suo corso e chiederò con tutte le mie forze che si faccia piena luce su questa vicenda triste che ci ha colpito, senza escludere nessuno. Non sono un assassino, come sono stato dipinto. Non sono un mafioso e non appartengo a nessuna famiglia di 'ndrangheta. Io sono Roberto Lo Giudice un padre di famiglia, un uomo onesto che ha pagato fino a ieri le tasse, quindi è un mio diritto chiedere giustizia per tutto". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it