Calabria

Giovane ucciso a Vibo,6 misure cautelari

Operazione carabinieri Vibo Valentia coordinata da Dda Catanzaro

Redazione Ansa

(ANSA) - VIBO VALENTIA, 16 DIC - I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia al termine di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno eseguito sei misure cautelari a carico di altrettanti soggetti coinvolti, a vario titolo, nella sparatoria avvenuta nel settembre scorso a Piscopio che ha portato alla morte del 21enne Salvatore Battaglia. Si tratta di esponenti della 'ndrangheta di Piscopio accusati di omicidio, tentato omicidio, favoreggiamento personale, porto e detenzione di arma da fuoco, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Catanzaro. I carabinieri, nel novembre scorso, hanno già fermato uno dei presunti autori, Antonio Felice, di 32 anni, figlio di un soggetto già noto alle forze dell'ordine. Secondo carabinieri e Dda quello in cui Battaglia è morto e un suo amico, Giovanni Zuliani (23), è rimasto ferito, è stato un vero e proprio agguato di 'ndrangheta.
   C'è anche Zuliani tra le persone arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia. Al giovane è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Con gli arresti di oggi, i carabinieri di Vibo, coordinati dalla Dda di Catanzaro, ritengono di avere individuato i presunti favoreggiatori del presunto autore materiale, Antonio Felice (32), già fermato il mese scorso ed al quale oggi è stata notificata l'ordinanza del gip di Catanzaro. Oltre a Zuliani e Felice, è stato arrestato anche Michele Ripepi (19), rimasto illeso nel corso della sparatoria avvenuta nei pressi della villetta comunale. Zuliani e Ripepi sono accusati di favoreggiamento personale per avere taciuto l'identità dell'autore dell'omicidio e anche di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco. Ai domiciliari è stato posto Michele Fiorillo (32) mentre il Gip di Catanzaro ha disposto l'obbligo di dimora nel Comune di Vibo Valentia per i fratelli Antonio e Giuseppe Francolino, rispettivamente 25 e 24 anni. Sono accusati di favoreggiamento personale avendo omesso di riferire quanto a loro conoscenza pur avendo direttamente assistito al delitto.

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