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Libri: La ballata del Mar Egeo di Patrizio Nissirio

Storia e giallo si mescolano nel romanzo, tra Italia e Grecia

La copertina di Una ballata del Mar Egeo di Patrizio Nissirio

Redazione Ansa

Una vicenda tra un passato solo in apparenza lontano e un presente 'pericoloso', sempre in bilico tra due paesi, l'Italia e la Grecia. Una narrazione che partendo da un oscuro crimine avvenuto nel 1943 sull'isola di Rodi, all'epoca italiana, si snoda fino alla Roma degli anni Ottanta, travolgendo i due anziani che ne furono protagonisti, nonché il giovane giornalista figlio di uno dei due. E' 'Una ballata del Mar Egeo' (L'Erudita, PP.304, 20 euro), esordio in narrativa di Patrizio Nissirio, giornalista dell'ANSA - è il responsabile del servizio ANSAmed, dedicato al Mediterraneo - di origini elleniche e già autore nel 2012 di un saggio dedicato alla crisi greca, 'Ouzo Amaro'.

Prendendo le mosse dall'esperienza vera di una parte della sua famiglia, vissuta a Rodi ed arrivata in Italia nel 1943 in pieno conflitto mondiale, Nissirio racconta con due punti di vista narrativi l'avventura dei due anziani protagonisti e del giovane giornalista, nella quale un passato con cui i conti non sono stati chiusi trascina persone schive, caute, verso scelte pericolose. Forse anche mortali.

Con una prosa diretta e 'visiva', Nissirio fa oscillare il lettore tra Roma e le due isole egee di Rodi e Kos, con il romanzo che si tinge sempre più di giallo, fino al drammatico finale. Nel presentarlo a Roma, il giornalista greco Dimitris Deliolanes lo ha definito un 'atto d'amore' dell'autore verso le sue radici greche: 'Una ballata del Mar Egeo' è però anche l'occasione di toccare - attraverso la narrativa - una parte della storia italiana poco nota, quella del dominio sulle isole dell'Egeo tra il 1912 e il 1945. Un periodo segnato da luci (la massiccia opera di modernizzazione, soprattutto urbanistica) ed ombre (la guerra e l'inasprimento del regime fascista sul Dodecaneso). Per Nissirio, una parte della sua memoria familiare, usata però non con ambizioni storiche, né autobiografiche, ma romanzesche.

"Da sempre mi dicevano di scrivere la storia di una parte della mia famiglia, e quest'idea mi ha seguito fino al momento in cui ho deciso che volevo scrivere un romanzo, e non un saggio, e che quel romanzo doveva essere una storia interamente mia. Quindi - spiega Nissirio - ho mescolato finzione e vicende vere, ma anch'esse dal sapore romanzesco. Ne è venuta fuori una storia sempre in navigazione tra Italia e Grecia, come il sottoscritto". (ANSAmed).

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