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Erdogan a Parigi, ma Macron lo bacchetta sui diritti

'Impensabile Turchia in Ue'. Lui risponde, 'siamo stato diritto'

Redazione Ansa

PARIGI - Il presidente francese Emmanuel Macron, nella conferenza stampa con il turco Recep Tayyip Erdogan a Parigi, ha evidenziato i "disaccordi sulle nostre rispettive visioni delle libertà individuali". "E' importante che la Turchia resti ancorata alla Convenzione europea dei diritti umani", ha insistito il presidente, secondo cui l'attuale contesto non permette "alcun progresso" in termini di adesione di Ankara all'Ue. "E' evidente che dobbiamo uscire dall'ipocrisia secondo cui si possono aprire nuovi capitoli (nel processo di integrazione Ue): non è vero", ha detto.

"La Turchia è uno Stato di diritto", ha risposto Erdogan, che oggi è volato a Parigi nel tentativo di provare a ricucire con la Francia e l'Europa dopo le tensioni dopo il fallito golpe in Turchia. "L'occidente - ha aggiunto - ci dice sempre che la giustizia deve essere indipendente e da noi la giustizia è indipendente e prende le proprie decisioni, i propri verdetti".

"Il terrorismo non nasce da solo, ci sono anche i giardinieri del terrorismo: uomini di pensiero, di idee, che scrivono nei giornali. Sono loro che portano l'acqua al mulino" del terrorismo, ha detto Erdogan, rispondendo alle critiche sugli arresti in Turchia. "Abbiamo avuto 35.000 martiri del terrorismo, spero che la Francia non paghi mai questo tributo".

Tuttavia Macron ha anche detto che "sul piano bilaterale, regionale e internazionale abbiamo interessi comuni e numerose sfide da affrontare insieme: la prima è lotta al terrorismo, e su questo tema la nostra cooperazione è esemplare".

"Continueremo la nostra lotta contro l'Isis, lo faremo in modo intenso", ha detto Erdogan, nella conferenza stampa, aggiungendo che Ankara continuerà a "aiutare i rifugiati siriani" perché "è un dovere di umanitario". Macron ha quindi detto che nel dopoguerra bisognerà lavorare insieme per "costruire la pace e a stabilità della Siria" con "un processo di transizione scelto dal popolo siriano in cui tutte le voci saranno rappresentate e potranno esprimersi".

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