(ANSA) - MARRAKECH, 05 OTT - Compie 100 anni l'hotel 'La
Mamounia' di Marrakech e li festeggia con una grande serata,
sabato 7 ottobre, che si annuncia ad alto tasso di vip. Una
parte della festa sarà dedicata alla raccolta fondi per la
ricostruzione dopo il recente terremoto di Marrakech.Tra i
migliori indirizzi del continente africano, La Mamounia
racchiude nel palazzo di fondazione settecentesca l'essenza
dell'artigianato e dell'arte di vivere e di ospitare del
Marocco. Moda, cinema e politica s'incrociano nei corridoi che
rimandano fotogrammi di film, di guerre e di lusso. C'è Yves
Saint Laurent che si rifugia in hotel perché nel febbraio del
1966 quando arriva in città con Pierre Bergé, fuori piove.
Appena torna il sole i due usciranno a comprare la loro prima
residenza in Marocco. C'è Churchill che dipinge in giardino e i
fantasmi di Hitchcock che si aggirano nelle stanze usate per le
scene de L'uomo che sapeva troppo. C'è profumo di star ovunque,
dopo il passaggio, tra gli altri di Joan Collins, Tom Cruise,
Nicole Kidman, Salma Hayek, Sharon Stone, Gwyneth Paltrow,
Juliette Binoche per citare alcuni degli habitué. I più giovani
ricordano in Italia l'influencer Chiara Ferragni immersa nella
piscina della Spa o la truffatrice internazionale Anna Sorokin
mentre fa colazione in giardino, finita in trappola negli Usa e
poi celebrata da Netflix. Un recente ritocco alla struttura
consegna alla modernità tecnologica l'hotel, ideato da Henri
Prost e Antoine Marchisio per mettere d'accordo l'Art Déco
parigina degli Anni '20 e l'architettura arabo-moresca. Un
connubio esotico che non ha mai smesso di affascinare persino i
più burberi, da Sir Winston Churchill che vi soggiornava ogni
inverno e che proprio su uno dei tavoli dell'hotel disegnò i
confini politici dell'Africa moderna, ai Rolling Stones, le
pietre rotolanti del rock che all'apice della contestazione
giovanile, nel 1968, vi si stabilirono in cerca di 'peace and
love'. Paul McCartney compose qui con la sua Linda, nel 1973, la
canzone "Mamounia". E il 'rifugio sicuro' che sta nel toponimo,
da quel momento, sulle note brit-pop diventa anche idea di
rinascita. Un nome, un destino, quello dell'hotel, che oggi
conta 135 camere, 71 suite e tre riad, ma è nato sulle
fondamenta di un piccolo palazzo, dono di nozze del sultano Sidi
Mohammed Ben Abdallah al figlio. Era il XVIII secolo e la
struttura, una casa di svago, si trovava all'interno di un
sontuoso frutteto, Arset el Mamoun, il 'rifugio sicuro' del
titolo. La Sncf, società ferroviaria del Marocco, decise di
trasformarlo in albergo nel 1923 e dopo i fasti vacanzieri con
Roosevelt e De Gaulle tra i clienti fissi, oltre a Charlie
Chaplin, Marcello Mastroianni, Claude Lelouch e Francis Ford
Coppola, la Mamounia rinacque più volte a partire dagli Anni
'50, e, prima ancora, nel '46 quando Jacques Majorelle collaborò
al restauro che portò a 100 il numero di camere, poi con un
restauro più decisivo, per mano di Jaques Garcia, nel 2009, che
conferì all'albergo viste inedite ma spense le mille luci
dell'hotel e fece inciampare Mohammed VI la sera
dell'inaugurazione. Insignito di numerosi premi e titoli, per la
Miglior Spa nel 2010 e nel 2018 nominato Miglior hotel in Medio
Oriente e Africa da Condè Nast Traveller, nel 2020 si è rifatto
il look sotto la supervisione di Patrick Jouin e Sanjit Manku,
duo ambizioso e multiculturale che intreccia produzione
industriale e tradizione dell'artigianato. (ANSA).
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L'hotel La Mamounia di Marrakech compie 100 anni
Sabato la festa per celebrare l'indirizzo preferito di Churchill