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Berenice, la frontiera del turismo egiziano

Nuotare coi delfini nella località più a sud del Mar Rosso

Redazione Ansa

(dell'inviato Rodolfo Calò)

BERENICE (EGITTO) - "Sharm? Eh, ci siamo stati più volte. Hurghada? Anche. Marsa Alam? Pure. E a Berenice? Berenice, mhmm ... dov'è Berenice?" Nelle chiacchiere pre-festive o post-vacanziere, questo è uno scambio che potrebbe avvenire parlando di Mar Rosso. Perché, accanto alle destinazioni più note, Berenice è quella ancora relativamente meno frequentata in quanto frontiera più meridionale del turismo in Egitto. Cento chilometri dopo c'è solo un triangolo di deserto conteso col Sudan. Berenice è avvolta in un'aura esotica anche perché l'antica città portuale dei commerci romani verso l'India è attualmente in una zona militare che richiede speciali permessi d'entrata.

Ai suoi margini ci sono un aeroporto e due resort, ma per chi viene dall'Italia una delle soluzioni più comode è quella di atterrare a Marsa Alam e di farsi venire a prendere da qualche autista del Gorgonia Beach (https://gorgoniabeach.com/), un villaggio turistico di proprietà di imprenditori veronesi con personale locale che parla italiano. Il resort formalmente risulta ancora in territorio di Marsa Alam, ma è il più vicino al confine nord del Parco nazionale di Wadi Gemal. Come ricorda una brochure, la riserva naturale offre "una spettacolare barriera corallina popolata da 104 specie di pesci e fondali ricoperti da 7.660 ettari di piante marine che costituiscono il nutrimento di un'importante comunità di dugonghi", i placidi mammiferi marini minacciati di estinzione, e di "tartarughe verdi".

Fra le decine di escursioni possibili, una da non mancare è quella alla "casa dei delfini" (dolphin house) del Sataya reef: una laguna di acque cerulee e banchi di coralli apparentemente ancora poco stressati da turismo di massa e cambiamenti climatici.

Magari presi letteralmente per mano da qualcuno del centro diving del Gorgonia, nove volte su dieci si può vivere l'indimenticabile emozione di avvicinarsi a pochissimi metri da qualche branco di delfini "a becco lungo" e di nuotare accanto a loro mentre si svegliano: questi piccoli cetacei usano infatti la laguna per dormire prima di spostarsi al largo a caccia di pesce. Non amano farsi toccare come i delfini da acquario e quando ci si avvicina troppo scompaiono nel blu, ma i minuti passati pinneggiando con loro valgono un viaggio.

Emozionanti sono anche forme e soprattutto colori dei pesci tropicali particolarmente facili da osservare da vicino, anche per nuotatori inesperti, nelle cinque "piscine naturali" create dai coralli davanti alla spiaggia del Gorgonia: dai bizzarri pesci "Picasso" ai "pappagallo da muso tondo", dai pesci "chirurgo" a quelli "farfalla bandiera", "balestra" e "angelo", la fauna ittica tipica del Mar Rosso è un po' tutta a portata di maschera e boccaglio.

Ad asciugare i costumi ci pensa il garantito sole dell'Egitto meridionale (17-20 gradi di media fra dicembre e marzo, 23-35 tra aprile e novembre, però con paravento di vimini attorno ai lettini che testimoniano come i venti soffino spesso). Il parco di Wadi Gemal è anche meta di gite terrestri inseguendo la più numerosa popolazione di gazzelle di tutto il deserto orientale egiziano, o aironi bianchi, falchi pescatori e "volpi di Rueppel".

Una dimensione culturale-etnografica è creata dai beduini Ababda i quali, pur senza servire nei resort, contribuiscono all'attrattiva turistica con le loro tradizioni come la sbilenca tenda "khisha" e lo speziato caffè preparato nella "jabana".

Berenice fu una città fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II Filadelfo per onorare la madre che portava quel nome. E durante il relax, almeno per gli spiriti più sensibili, c'è l'occasione di leggere - magari nell'impegnativa ma storica traduzione di Ugo Foscolo - "La chioma di Berenice" di Catullo: fra rimandi al poeta greco Callimaco e all'omonima costellazione, l'elegia è un'ulteriore emozione che dà questa perla semi-nascosta del turismo egiziano.

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