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Bahrein: Sheikha Mai, cultura è la chiave per promozione Paese

A Firenze presidente Autorità per la cultura e le antichità

Sheikha Mai Bint Mohammed Al Khalifa (d) presenta l'offerta culturale del Bahrein a Firenze

Redazione Ansa

FIRENZE - Il regno del Bahrein è conosciuto a livello internazionale perché ospita il Gran premio di Formula 1 "ma in realtà per promuovere il Paese e attrarre turisti la vera chiave è la cultura". Lo ha detto Sheikha Mai Bint Mohammed Al Khalifa, presidente dell'Autorità per la cultura e le antichità del Bahrein ospite in questi giorni a Firenze per un evento del movimento Life beyond tourism. Il regno, ha sottolineato, ha "tante cose da offrire sul piano della cultura, dalle antiche civiltà agli edifici tradizionali unici, questa è l'offerta del Bahrein".

"Il mio obiettivo - afferma Sheikha Mai - è offrire ai turisti qualcosa di diverso, portarli alle nostre mostre archeologiche, a vedere la ricchezza culturale del Paese". Nel museo nazionale e nei musei dei siti archeologici, spiega, "ci sono oggetti che vengono dal sottosuolo del Bahrein che quindi non è soltanto ricco di petrolio, ma anche di stratificazioni archeologiche che è ciò che fa l'identità di quest'isola". La presidente dell'autorità per la cultura vuole puntare "su nuove destinazioni, nuove attività culturali, creare storie, parlare delle leggende delle civiltà antiche". "Noi abbiamo qualcosa di unico, di differente e io lo voglio promuovere per attrarre turisti", afferma.

Il Barhein, prosegue la presidente, ha un'altra caratteristica: "e' molto aperto verso gli altri, qui c'è spazio per tutti. Per esempio se vai a Manama che è una piccola città troverai una chiesa con accanto una moschea, un tempio e una sinagoga, è una città cosmopolita, questa è l'unicità dell'isola".

Non solo "guida" culturale del Paese, Sheikha Mai è considerata una delle donne più influenti del mondo arabo e a Firenze ha voluto sottolineare la modernità del Bahrein sul tema della parità di genere. "Non ho esperienza di trattamenti diversi tra uomo e donna nel mio Paese - ha detto -, per esempio, il salario è lo stesso, non c'è differenza nella società, ma soltanto nei circoli religiosi, qui i profeti sono tutti uomini, ma credo che questo valga ovunque".

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