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Tunisia: Slow Food promuove pesca e gastronomia responsabili

Evento 'Slow Fish' al vecchio porto di Biserta

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TUNISI, 27 MAR - Slow Food e l'associazione Club Bleu Artisanal, nell'ambito della campagna internazionale Slow Fish, che unisce gastronomia locale, tutela del mare e difesa delle comunità di pescatori artigianali del Mediterraneo, organizzano il 7 aprile al vecchio porto di Biserta un evento intitolato "Slow Fish in Tunisia - Pesca artigianale e gastronomia responsabile nel Maghreb e nel Mediterraneo", che vedrà la partecipazione di pescatori e cuochi provenienti da Tunisia, Marocco, Italia ed Egitto.

Professionisti della pesca artigianale, dell'artigianato alimentare e della cucina locale, provenienti da Marocco, Algeria, Italia, Egitto e Tunisia, si ritroveranno dunque a Biserta per discutere dei fondamenti della pesca responsabile e della cucina mediterranea e per valorizzare la diversità delle culture, dei saperi, delle competenze e dei punti di vista. La manifestazione sarà anche l'occasione per mettere in evidenza il ruolo dei Presìdi e delle comunità Slow Food, promuovere il marchio Club Blue Artisanal dei prodotti della pesca artigianale e riunire chef, esperti, studenti, pescatori e consumatori attorno a un tavolo, e degustare i prodotti della cucina locale.

I Presìdi Slow Food sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e i metodi di pesca tradizionale, come quelli dei pescatori tunisini di Ouled Ezzedine (isole Kerkennah), che saranno presenti all'appuntamento di Biserta.

Simbolo della pesca artigianale sulle Kerkennah, è la charfia, una sorta di labirinto fisso costruito allineando migliaia di foglie di palma, che, grazie alle correnti indirizza i pesci verso le camere di cattura. Si tratta di un sistema di gestione unico in ambito marittimo arabo-musulmano: le famiglie dell'isola possiedono parcelle di mare adibite alla charfia e se le tramandano di generazione in generazione. Le charfia tradizionali sono rinnovate ogni anno e rispettano il periodo di riposo biologico necessario alla riproduzione dei pesci, contrariamente alle charfia "moderne", in rete e struttura fissa, che possono rimanere in mare fino a tre anni consecutivi.

Con le foglie palma si costruiscono anche le nasse (drina), trappole a doppio cono in cui pesci e polpi entrano ma dai quali difficilmente riescono a liberarsi. (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it