(ANSAmed) - PRIZREN - Montagne e paesaggi incontaminati,
ecoturismo, cultura. Sono queste le carte su cui puntano le
municipalità del Kosovo meridionale di Dragash, Rahovec,
Malisheva, Suhareka e Prizren per sviluppare il turismo e,
soprattutto, dare un futuro ai giovani.
Una strada ancora lunga e tortuosa, per un'area per lo più
agricola, povera e in lenta trasformazione. A mancare, sono
innanzitutto le infrastrutture e le strutture di ricezione.
Dal 2008 al 2015, fanno sapere dall'Associazione delle
Agenzie di Sviluppo regionale del Sud, sono stati spesi circa 25
milioni di euro per accrescere le strutture alberghiere, mentre
negli ultimi 10 anni, per il potenziamento della rete viaria di
tutto il Paese sono stati investiti 1,6 miliardi di euro.
Da Malisheva (la città più settentrionale, bruciata quasi
interamente durante la guerra) a Dragash, quello che sicuramente
ha da offrire questa zona del Kosovo è l'autenticità. Gli occhi
non possono essere che quelli di un viaggiatore curioso, con la
voglia di conoscere tradizioni e usi delle popolazioni locali.
Come quelle dei Gorani, gruppo etnico di ceppo slavo
meridionale e di religione musulmana, originario della Bulgaria.
Arrivati dalla regione montuosa di Gora nel XIII secolo, i
gorani parlano un particolare dialetto: il nasinski
(letteralmente ''la nostra lingua''), vicino al bulgaro ma con
un forte influsso di macedone, serbo e turco, oggi ancora
parlato nei 18 villaggi montani della municipalità di Dragash,
al confine tra l'Albania e la Macedonia.
La cerimonia sicuramente più bella cui assistere è quella
nuziale. Il volto delle spose viene interamente dipinto, secondo
la tradizione, per ''proteggerle dall'occhio del diavolo''. A
tentare di risorgere dalle proprie ceneri c'è poi l'impianto
sciistico di Bresovica - con i suoi 39 mila ettari di terreno e
foreste tra le montagne di Sar - noto in epoca jugoslava per
avere ospitato competizioni di livello mondiale.
Finora, però, i tentativi del governo di Pristina di trovare
un investitore in grado di mettere sul piatto circa 410 milioni
di euro e fare così ripartire l'occupazione, non hanno portato
da nessuna parte. Le municipalità del Sud del Kosovo provano
quindi a fare sistema e ad andare avanti da sole. Da poco è
iniziata l'attività di promozione e anche quella di formazione
dei giovani. E' solo dal 2014, racconta ad ANSA Nuova Europa il
responsabile per la promozione del Turismo e dello Sviluppo
economico della città di Prizren, Mensur Bytyqi, che esiste una
scuola di preparazione. (ANSAmed).
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Kosovo: turismo, regioni sud puntano su natura e tradizioni
Da rilancio impianti Bresovica a villaggi Gorani,fino a Prizren