(di Giuseppe Maria Laudani)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 2 DIC - Quasi due ore di macchina
separano le Piramidi di Giza da Soknopaiou Nesos, uno dei più i
portanti siti di epoca greco-romana in Egitto. Un luogo magico,
pieno di bellezza e mistero, situato sulla sponda occidentale
del Nilo nell'area situata a 2 km a nord della regione del
Fayyum.
Dal 2001, grazie alle concessioni del Supreme Council of
Antiquities, nel sito vi lavora una missione archeologica
italiana - una delle tante in Egitto - diretta da Mario Capasso,
ordinario di Papirologia, e da Paola Davoli, professore di
Egittologia nell'Università del Salento, ma solo dal 2003 si è
iniziato a scavare nella zona sacra. "E' un sito difficile ma
che dà soddisfazioni ed il nostro lavoro è apprezzato a livello
nazionale ed internazionale. Ma l'aspetto che più ci preoccupa è
la ricerca di fondi data la situazione delle nostre università
ed il taglio dei fondi ministeriali. Ci troviamo un po' in
difficoltà per l'effettiva continuazione di questa impresa".
Le testimonianze "più importanti" sono dell'epoca greca e
romana, aggiunge Capasso, ma "sappiamo che in questo sito ci fu
poi una successiva rifrequentazione in epoca tarda a partire dal
IV-V secolo d.C., quindi è una stratificazione anche di tipo
civile". Obiettivo della missione è "portare alla luce tutta la
cittadina - confida lo studioso -. Non scaviamo per trovare
oggetti o papiri, non è la nostra priorità, ma se dovesse
accadere ne saremmo particolarmente felici".
La struttura è un "insediamento creato nel deserto con una
funzione particolare, centrata sul tempio molto grande",
aggiunge Paola Davoli. "Era un santuario dedicato ad una
divinità oracolare, il dio Soknopaios, e tutta la cittadina che
si sviluppa intorno ha un'attività connessa con questo
santuario". Si tratta evidentemente di un "luogo sacro, già per
gli egiziani di epoca cosiddetta faraonica quindi
pre-ellenistica". In altre parole una "collina sacra su cui
doveva esserci un edificio dedicato a questa divinità, la
divinità principale del Fayyum ovvero Sobek". Con tutta
probabilità, precisa Davoli, "già in epoca ellenistica si
rifonda questo santuario, che si trova oggi a due km dal
lago e probabilmente in un'epoca che non possiamo ancora
stabilire con certezza questa collina era un'isola e da qui il
nome Soknopaiou Nesos, l'isola del dio Soknopaios".
Il sito è stato visitato in passato da molti cercatori di
papiri. "Il luogo essendo nel deserto si è ben conservato e
racchiude elementi organici e tutto ciò che è in fibra vegetale:
da qui provengono migliaia di papiri che poi giunsero sul
mercato alla fine dell'Ottocento", continua la studiosa.
Tanti i desideri, gli obiettivi e le speranze. "Per il futuro
speriamo di continuare questo lavoro così interessante, ma
speriamo anche di avere la necessità, il tempo e le risorse
necessarie per spostarci anche nella città che è molto
interessante ed è ricchissima di abitazioni", che potranno
fornire informazioni sulla "vita quotidiana, ma anche sulla vita
del tempio, perché nella città si svolgevano le processioni sul
dromos (la strada processionale, ndr) che ancora si conserva per
400 metri". (ANSAmed)
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Egitto greco-romano rivive grazie ad archeologi Italia
Missione Università Salento sito Soknopaiou Nesos, servono fondi