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Migranti: viaggio a Samos, dove i rifugiati non vengono più

Sbarchi da Turchia nettamente calati,isola Egeo rilancia turismo

Redazione Ansa

(di Gaetana D'Amico) (ANSAmed) - SAMOS (Grecia), 30 GIU - Un'isola che ha dato i natali a Pitagora, verde e lussureggiante, conosciuta per il suo famoso vino moscato, ricca di storia e di siti archeologici. Ma che nell'ultimo anno e' finita alla ribalta della cronaca solo per la crisi dei migranti nel Mediterraneo. Siamo a Samos, l'isola nel nordest del mar Egeo, il cui punto più vicino alla Turchia dista solo 1,2 chilometri dalla costa anatolica. Proprio questa vicinanza ha favorito lo sbarco dei migranti, soprattutto siriani e iracheni che, in fuga dalla guerra, cercavano la via più facile per entrare in Europa, scegliendo Samos, ma anche Chios e Kos, come prima tappa.

L'isola, come un po' tutta la Grecia, ha subito i flussi migratori soprattutto lo scorso anno e il turismo ne ha risentito. Ma oggi Samos (32mila abitanti che diventano 130mila nel periodo estivo) vuole ribaltare l'immagine di punto di rifugio per gli immigrati e cerca di rilanciare un settore che costituisce una delle principali risorse per l'economia. E l'Ente ellenico per il turismo sta facendo un grande sforzo presso la stampa internazionale per far arrivare il messaggio.

"Si può dire che la stagione estiva e' appena iniziata", dice Jorges, uno dei proprietari del ristorante sul lungomare di Pythagorio. "Molti turisti sono stati influenzati da quello che raccontavano le tv e i giornali, dalle immagini di immigrati ospitati negli hotspot a Lesbo, o i salvagente trovati in mare, e pensavano di trovare una situazione simile anche qui. Ma i rifugiati a Samos non si vedono più'", aggiunge. Nell'unico centro di accoglienza dell'isola erano ospitati fino a poco tempo fa 1.400 immigrati. Ora ne sono rimasti 400 che attendono l'approvazione per la richiesta di asilo prima di poter lasciare l'isola ed essere trasferiti. Lo scorso anno, riferiscono le autorità locali, si registravano anche 100 arrivi al giorno. Ma dopo l'accordo tra l'Unione Europea e la Turchia, gli sbarchi sono nettamente diminuiti, se non addirittura scomparsi.

"Rifugiati? Non ne abbiamo visti", dice Yiannis Parassiris, del sindacato delle cooperative dei viticoltori di Samos. E aggiunge: "Rispetto allo scorso anno la situazione e' molto migliorata. Il turismo ne ha risentito, certo. Chi sarebbe voluto venire qui con la crisi dei profughi? Ma a poco a poco si sta tornando alla normalità'". "Il problema dei migranti c'e' stato a Samos. Non sicuramente come nelle altre isole, ma ci ha comunque colpito e l'allarmismo generale non ha sicuramente aiutato", spiega Giorgos Perris, presidente della circoscrizione di Kokkari, una dei comuni dell'isola. "Quando arrivavano in massa li aiutavamo con le prime necessita', cibo e acqua, perché' e' nella nostra natura essere ospitali. Abbiamo gestito la situazione in modo sensibile. Il turismo ha subito un calo, ma ora e' in ripresa e, secondo le stime degli albergatori, ci sarà' un incremento fino a ottobre. La stagione estiva 2016 è cominciata con un segno positivo - prosegue il presidente - e tutti coloro che vengono qui a trascorrere le vacanze possono testimoniare l'assoluta tranquillità della situazione", ha aggiunto. A conferma delle sue parole, il lungomare di Kokkari si sta riempiendo di turisti per un drink prima di pranzo: olandesi, tedeschi e inglesi sono ormai parte integrante dell'isola e c'e' anche chi ha comprato casa. "Sono loro i nostri migliori ambasciatori", conferma Perris. (ANSAmed).

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