(di Michele Monni)
(ANSAmed) - BETLEMME, 10 DIC - Betlemme guarda con ottimismo
al rinnovato afflusso di turisti cristiani in arrivo per le
festivita' imminenti, in ripresa dopo il brusco calo di presenze
registratosi a seguito della guerra a Gaza della scorsa estate.
E tutto quello che vuole per il Natale - come si legge su poster
e cartelloni sparsi un po' dappertutto per la citta' - ''è
giustizia''.
"Questa piccola parte di mondo - dice Vera Baboun, sindaco
del comune palestinese di forte richiamo cristiano - ha dato
origine alle tre principali religioni monoteistiche: quanto
dovremo ancora aspettare per avere giustizia?". "Ora è il
momento giusto per trovare una soluzione politica al conflitto",
aggiunge nella tradizionale conferenza stampa natalizia
ringraziando i parlamenti di alcuni stati europei che
recentemente hanno deciso di riconoscere lo stato palestinese.
"La città di Betlemme - spiega il sindaco - è una risorsa e
fonte d'ispirazione per tutto il mondo e non deve essere più
vittima come sta succedendo da anni''. L'82% del territorio
della città - precisa però ancora -''è situato in area C", sotto
controllo militare israeliano, e "sono 22 gli insediamenti
israeliani che la circondano". La citta' - che e' dal 2012
Patrimonio dell'Umanita' secondo l'Unesco - senza dubbio è una
delle principali attrazioni turistico-religiose palestinesi,
anche se quest'anno il flusso dei visitatori ha fatto registrare
una diminuzione significativa.
''Il calo delle prenotazioni durante il conflitto a Gaza -
spiega il ministro palestinese del Turismo e delle Antichità,
Rula Maaya - è stato del 60% e i mancati introiti sono
quantificabili in circa 30 milioni di dollari. Prima della
guerra a Gaza gli alberghi della città avevano un overbooking
del 200%". Poi quantifica la flessione nel settore turistico per
il 2014 in circa 200mila presenze in meno rispetto all'anno
precedente. Senza dimenticare che un altro elemento sfavorevole
al turismo non solo a Betlemme ma anche a Gerusalemme e' stata
l'impennata - durante il mese di novembre - delle violenze
dovute ad una serie di attacchi da parte di palestinesi contro
israeliani e che all'estero sono stati percepiti come il
possibile inizio di una Terza Intifada. Ora pero', secondo il
ministro palestinese, i dati parlano di presenze ''stabili per
le festivita' natalizie (dal 20 dicembre al 6 gennaio) e sono
quantificabili in circa 100mila unita''. ''Questo nonostante -
precisa Maaya - le difficoltà legate alle restrizioni imposte da
Israele sul settore turistico palestinese, come la limitazione
ai tour operator e l'impossibilità di cercare clienti nella
vicina Gerusalemme".
"La difficoltà principale per gli esercenti e i ristoratori -
continua - sono dovute al fatto che la maggior parte dei turisti
si recano a Betlemme solo per alcune ore, per poi tornare nella
vicina Gerusalemme. Questo succede perché' il 90% dei tour
operator sono israeliani e hanno tutto l'interesse a far
rimanere i turisti nella città Santa invece che a Betlemme".
Secondo un documento rilasciato dalla Camera di Commercio di
Betlemme, quest'anno a guidare la classifica delle presenze
straniere ci sono Russia, Polonia e Italia, con un aumento
rilevante dei turisti statunitensi. (ANSAmed).
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Betlemme si prepara a Natale, torna turismo dopo guerra Gaza
Sindaco città palestinese, la festa porti finalmente giustizia