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Turismo; un cammino religioso dal Vecchio Cairo a Maadi, fino a Samalut e Assiut

Itinerari per scoprire il Medio Egitto

Il monastero di El Muharraq, Medio Egitto

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ASSIUT (EGITTO), 25 NOV - L'itinerario religioso promosso dal ministero del Turismo egiziano inizia nel cuore della Vecchia Cairo, dalle chiese di San Sergio (fine IV secolo-inizio V), edificata sulla grotta in cui si sarebbe rifugiata la Sacra Famiglia) e 'La Sospesa', santuario mariano (eretto forse anche prima del VII secolo e in cui è custodita un'icona della Vergine Maria molto venerata), per poi raggiungere il quartiere di Maadi, a Sud della capitale. La chiesa (denominata anche El Adaweia) in sé non ha nulla di particolare: costruita nel secolo scorso, rappresenta però uno dei luoghi più venerati dai fedeli copti. Di lì, infatti, la Santa Famiglia avrebbe attraversato il Nilo per affrontare il suo viaggio verso l'Alto Egitto. La scala di pietra da cui secondo la tradizione sarebbe discesa sulle rive del Nilo è a tutt'oggi visitabile, mentre all'interno dell'edificio, in una cappella, è custodita una Bibbia che nel 1976 i monaci recuperarono dalle acque del fiume proprio davanti alla chiesa.

Il volume, ancora in perfetto stato, fu ritrovato aperto alla pagina del Salmo 19:25 del profeta Isaia: ''Benedetto sia il mio popolo, l'Egitto''. E' però da Maadi che forse inizia il ''vero viaggio'', quello a destinazione dell'Egitto più profondo, il Medio Egitto, da sempre escluso dai percorsi turistici più battuti e che per motivi di sicurezza (soprattutto negli Ottanta e Novanta) era difficilmente raggiungibile e visitabile se non sotto scorta e muniti di permessi rilasciati dalle autorità. Prima fermata, dopo circa tre ore e mezzo di tragitto lungo la strada del deserto che a tratti costeggia il Nilo, il santuario di Gebel El Teir (Monte degli uccelli), a Est di Samalut. Costruita nel IV secolo su di una grotta in cui si sarebbe fermata la Sacra Famiglia per tre giorni, sorge una chiesa, Deir el-Adhra, dedicata alla Vergine. Sarebbe stata Elena, la madre dell'Imperatore Costantino, a volerne l'edificazione. ''Tra maggio e giugno, durante le festività più importanti - racconta l'anziano responsabile della chiesa, padre Hanna - arrivano fino a 2 milioni di fedeli, sia cristiani che musulmani, anch'essi molto devoti a questo santuario''. Affacciato sulla valle del Nilo e su distese di terre coltivate a grano, canna da zucchero e cotone, la chiesa di Gebel El Teir è circondata da vecchie casupole semi-diroccate. Ancora più a Sud, in direzione di Assiut, nella zona di Meir e El-Qusiya, si trova un altro importante monastero, El Muharraq (bruciato). Le fonti narrano che la Sacra Famiglia vi trascorse oltre sei mesi, facendo guadagnare al complesso monastico - il più grande dell'Alto Egitto - l'appellativo di ''seconda Betlemme''. Chi non può andare in Terra Santa, venendo qui, diventa a tutti gli effetti pellegrino, racconta padre Philxinus, uno dei 140 monaci che vivono qui, dove la messa - ci tiene a precisare - ''viene interamente detta in copto''. La tappa più meridionale del viaggio, è però Gebel Durunka.

Incastonato ai piedi della roccia, si trova un altro monastero meta di un importantissimo pellegrinaggio - sia per i copti che per i musulmani - che ha luogo dal 7 al 21 di agosto, durante il ''digiuno della Vergine'', quando oltre mezzo milione di pellegrini visita il monastero). Qui la Vergine si sarebbe riposata all'interno di una grotta. E sempre qui vi sarebbero state diverse apparizioni. Utilizzato clandestinamente dai cristiani come luogo di culto sin dal I secolo, è solo a partire dal IV secolo Deir Doronka divenne vero e proprio monastero.

Oggi al suo interno vivono 30 monaci. (ANSAmed).

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