(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 29 SET - Anni ed anni di sforzi e corposi
investimenti per lanciare e consolidare sui mercati
internazionali il turismo nel deserto algerino spazzati via, nel
giro di poche ore, dalla follia omicida che ha portato un gruppo
di presunti affiliati all'Isis a rapire e decapitare la guida
alpina francese Hervé Gourdel.
Un evento inatteso anche alla luce del ferreo controllo del
territorio che le forze di sicurezza e l'esercito algerini hanno
cercato, in funzione anti-terrorismo, di imporre un po' ovunque
nel Paese. Ma soprattutto nella Cabilia, regione percorsa da
fermenti sociali e politici e, nell'arco degli ultimi anni,
dall'insorgere di movimenti armati legati all'islam estremo,
dapprima a quello di al Qaida, oggi a quello del Califfato
autocostituitosi tra Siria ed Iraq.
Appena quattro anni fa l'Algeria si era trovata davanti al
problema del rapimento di turisti (come accaduto nel 2010 a
Tamanrasset) cui si era cercato di porre rimedio con la drastica
decisione di chiudere il parco naturale dell'Ahaggar, sino ad
allora meta di molte migliaia di visitatori e, in un certo
senso, fiore all'occhiello della politica di Algeri per attrarre
sempre maggiori flussi dall'estero.
Il caso (sempre che di una coincidenza si tratti) ha poi
voluto che il rapimento e la immediata esecuzione di Gourdel
siano avvenuti praticamente alla vigilia dell'apertura ufficiale
della stagione del turismo nel Sahara algerino: apertura
avvenuta ieri, nella piena consapevolezza degli operatori che il
colpo subito difficilmente sarà riassorbito se non tra qualche
anno.
Poco o nulla servono le dichiarazioni delle autorità che
sottolineano come l'area sia stata messa in sicurezza. Prova ne
è il timore, tra gli operatori turistici sahariani, che nelle
prossime ore, come sempre accade in casi del genere in cui a
prevalere è l'ondata emozionale, comincino a fioccare le
disdette delle prenotazioni, faticosamente raccolte nei mesi
scorsi in fiere ed eventi promozionali.
D'altra parte gli stessi inviti alla prudenza che le
ambasciate occidentali hanno indirizzato ai rispettivi
connazionali che vivono o intendono visitare alcuni Paesi dove
si è manifestato il terrorismo islamico non aiutano certo ad
uscire da questa situazione.
Davanti a quella che si prospetta come una stagione
catastrofica, le sole speranze di albergatori ed operatori del
Sahara algerino poggiano sul turismo interno, che nel Paese
resta abbastanza vivace, ma certamente non è in grado di turare
la falla causata dalla tragedia di Hervé Gourdel. (ANSAmed).
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Algeria: uccisione Gourdel mette in ginocchio turismo Sahara
Dopo morte guida francese si teme ondata disdette dall'estero