Rubriche

Porti: ricercatori e operatori per sviluppo comune con città

Convegno a Napoli su futuro delle shipping cities europee

Redazione Ansa

(di Francesco Tedesco) (ANSAmed) - NAPOLI, 26 SET - "Le città e i porti hanno un ruolo fondamentale per la crescita dell'economia e la qualità urbana, ma ci vogliono modelli innovativi, se seguiamo i modelli finora adattati non sviluppiamo l'economia e non rigeneriamo le città in senso positivo". Spiega così Massimo Clemente, ricercatore del Cnr ed esponente di Rete (Associazione per la collaborazione tra porti e città) il punto di partenza del convegno 'Il futuro delle shipping cities' che si è svolto oggi a Napoli nell'ambito della Naples Shipping Week.

"I modelli - dice Clemente - sono le integrazioni tra i diversi settori, tra diverse economie e un ruolo deve averlo l'associazionismo nel dialogo con la politica. Oggi questo incontro è all'interno della Naples Shipping Week, che è organizzata proprio da un'associazione, il Propeller Club".

Al convegno hanno partecipato anche esponenti dei porti di Valencia e Barcellona oltre ad alcuni ricercatori internazionali degli atenei italiani e del Cnr, specializzati nelle dinamiche di sviluppo dei porti e della loro integrazione con le città.

Tra gli argomenti emersi anche la necessità di fare rete tra i porti del Mediterraneo settentrionale, dall'Italia alla Spagna, alla Francia: "E' importante - sottolinea Celemente - creare un sistema di alleanze, partendo da strategie comuni sulla ricerca e con le imprese. Abbiamo una rete di porti, ma se non abbiamo delle connessioni efficienti a livello ferroviario, il porto non può svolgere fino in fondo il suo ruolo rispetto al territorio, quindi sulla logistica di mare e di terra servono grandi alleanze. Su questo la politica è stata debole e serve un intervento di altre forze che propongano soluzioni e strategie da attuare insieme". La discussione si sviluppa a Napoli che, spiega Clemente "è un caso emblematico di sviluppo scoordinato con due interporti, quelli di Nola e Marcianise, due porti, tutte entità in competizione tra loro. Ci vuole un unico sistema portuale e un unico sistema aeroportuale, come dimostra il dialogo avviato tra Capodichino e Pontecagnano serve una strategia condivisa terra-mare". Ma il dialogo non sempre è facile come sottolinea un occhio terzo, quello di Oriol Capdevila, architetto di Barcellona specializzato in sistemi portuali: "Il porto non è un luogo chiuso - afferma - e la città non può essere messa al margine del proprio mare. Oggi si sta cercando una convivenza tra città e porti, penso ai modelli di Amsterdam e Marsiglia. Anche in Italia c'è questa spinta frenata però dai conflitti di interesse tra diverse amministrazioni: quello che dice la città non vuole sentirlo il porto, quello che dice il porto non vuole sentirlo la sovrintendenza. Ogni soggetto ha un potere e nessuno vuole arrivare a un punto d'incontro, questo è il problema nel vostro sistema legislativo". Capdevila allarga l'orizzonte all'Europa: "Dobbiamo guardare allo sviluppo - spiega - con un interesse comune, invece oggi si sta lavorando su interessi parziali, così non si va da nessuna parte".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it