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Alitalia: si punta risposta a Etihad lunedì, rischio stop

Pressing governo sui soci. Trattative serrate,scoglio è debito

Un aereo dell'Alitalia ed un aereo della Etihad Airways.

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA- Ore cruciali per la trattativa tra Alitalia ed Etihad. Che, senza risposte da parte dei soci, rischia di saltare.

Ad avvertire su questo pericolo è il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, che torna in pressing sui soci dopo che Palazzo Chigi aveva chiesto chiarezza e di fare in fretta. Per questo proseguono serrati i contatti tra i vertici della compagnia e gli stakeholder per risolvere i nodi chiave (primi fra tutti debito, contenziosi pregressi ed esuberi) e arrivare al più presto ad una risposta da presentare ad Etihad per raggiungere l'accordo. Risposta che potrebbe arrivare forse già lunedì o martedì.

"La trattativa si è riaperta. Ora si tratta di dare risposte, altrimenti si chiude", ha avvertito il ministro Lupi, ricordando che il Governo "ha chiesto con forza ai soci privati di dare risposte in tempi certi: mi auguro che tutto questo possa avvenire entro la prossima settimana". Forse già ad inizio settimana, visto che gli stessi soci, ha spiegato sempre Lupi ieri dopo il vertice a Palazzo Chigi con l'ad Gabriele Del Torchio e il presidente Roberto Colaninno, si sono impegnati a dare risposta alle richieste di Etihad entro l'inizio della prossima settimana.

Il vero scoglio da superare, confermano tutti, rimane quello del debito. Le banche sono impegnate in trattative serrate per raggiungere una posizione comune. Gli istituti di credito partono da posizioni distinte, ma non pregiudiziali, assicura una fonte vicina al dossier, spiegando che c'è tutta la volontà di arrivare ad un punto di condivisione e per questo sono in corso approfondimenti e trattative senza sosta.

La richiesta di Etihad, confermata anche nell'ultima missiva arrivata a Fiumicino mercoledì scorso, è che le banche rinuncino a circa 400 milioni di debito (forse 565 se si aggiungono i 165 di nuova nuova finanza versati dalle banche ad inizio anno), oppure accettino di convertirlo in azioni.

I legali sono invece al lavoro per definire i contorni della newco messa a punto da Del Torchio e soci e presentata nella visita dell'ad al quartier generale di Etihad, per venire incontro alle richieste della compagnia degli Emirati di avere garanzie sulle pendenze passate della compagnia italiana. La newco dovrebbe contenere business e attività ed Etihad dovrebbe entrare con una quota fino al 49%, lasciando il restante 51% ai vecchi soci. Nell'attuale Alitalia, che resterebbe invece come holding, confluirebbero debiti e contenziosi pregressi.

Sciolto il nodo debito sarà poi possibile spostare l'attenzione sui sindacati. Che sono ancora in attesa di una convocazione ufficiale per conoscere da Del Torchio i dettagli sull'esito della missione negli Emirati e sugli ultimi sviluppi della trattativa. Con loro è aperto il tema degli esuberi (che va di pari passo con quello della riduzione del costo del lavoro, su cui mancano all'appello ancora 48 milioni): Etihad ne avrebbe chiesto un numero compreso tra 1.500 e 2.500 e nella soluzione messa a punto da Del Torchio, anche gli esuberi resterebbero in capo alla 'old Alitalia' e verrebbero gestiti con ammortizzatori sociali. (ANSAmed).

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