(di Sami al-Ajrami)
(ANSAmed) - RAFAH, 11 MAR - E' il Ramadan più difficile di
sempre a Gaza. E per Rafah, nel sud della Striscia, a un passo
dall'Egitto, piena di sfollati, non è diverso. La gente lo dice:
manca quasi tutto ma soprattutto la tregua in cui molti
speravano.
L'atmosfera non è quella del solito Ramadan: negli anni
passati già una settimana prima fervevano i preparativi, le case
si illuminavano di luci colorate, i negozi erano aperti tutta la
notte. La gente comprava datteri secchi, dolci, bevande e
saponi. Oggi non è così: a Rafah si vive nei rifugi o negli
accampamenti di tende in condizioni durissime, lontani da casa e
privi di elettricità, gas, carburante e normali cucine. E pesa
il dolore per i familiari morti. Non ci sono decorazioni, i
prodotti nei negozi costano 10 volte il prezzo normale, non ci
sono dolci perché non si trova zucchero al mercato.
Una settimana fa, la società di telefonia mobile 'Oreedoo',
una delle due aziende di comunicazione che lavorano nei
Territori palestinesi, ha deciso di agire e decorare decine di
tende nella zona occidentale di Rafah per rallegrare alcune
famiglie. Ha distribuito luci e decorazioni colorate per i
bambini: un'eccezione di cui però la gente non ha potuto godere
per i raid aerei.
"Sembra tutto triste e brutto", dice all'ANSA il proprietario
della panetteria sulla strada principale mentre prepara solo
torte con formaggio per venderle a 3 shekel ciascuna. Prima
della guerra preparava il 'Qatayef', il dolce principale che la
gente mangia dopo la cena del Ramadan: oggi è introvabile. La
gente - sottolineano in tanti - sta affrontando la peggiore
sfida, quella della fame. La questione più problematica -
denunciano - è che le persone nella zona meridionale della
Striscia hanno parenti in quella settentrionale e a Gaza City,
dove la situazione è ancora peggiore e si combatte per ottenere
i pacchi di cibo lanciati dal cielo mentre si aspettano gli
aiuti umanitari dal nord. E' una contraddizione che fa
arrabbiare tutti.
"Siamo già costretti a digiunare perché non abbiamo cibo,
come possiamo digiunare durante il Ramadan?", dice al cronista
Waleed Anter, 36 anni, padre di 3 figli, che vive in una tenda
vicino al quartiere saudita occidentale di Rafah. Durante la
guerra non ci sono state autorità religiose locali a fornire
istruzioni alla comunità: le persone - denunciano alcuni - sono
state lasciate sole e hanno dovuto decidere in autonomia cosa
fare e se possono digiunare o meno.
Ma c'è anche un'altra questione che per il mese sacro del
Ramadan preoccupa la gente: "Se Israele e Hamas faranno una
tregua, sarà consentito agli sfollati di tornare alle loro case
e vivere in qualche modo in condizioni normali durante il
Ramadan?". (ANSAmed).
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Ramadan di guerra a Rafah senza luci né dolci
'Come possiamo rispettare il digiuno se siamo già alla fame?'