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L'ombra di Gaza sul Ramadan dei musulmani in Medio Oriente

Mese del digiuno inizia tra il 9 e il 10 marzo

Redazione Ansa

(di Lorenzo Trombetta) (ANSAmed) - ROMA, 08 MAR - Tregua o non tregua nel conflitto a Gaza e nella regione, più oltre 350 milioni di musulmani nel solo Medio Oriente si preparano a celebrare il Ramadan, il mese del digiuno diurno, ma anche il mese dei bagordi e dei ritrovi conviviali notturni.

Ramadan comincerà tra domani e dopodomani, a seconda delle scuole religiose sunnite e sciite. Il digiuno durante Ramadan è uno dei cinque precetti fondamentali per l'Islam: nelle ore diurne i fedeli musulmani si devono astenere dal mangiare e dal bere. Il digiuno viene rotto (iftar) ogni giorno al tramonto del sole, solitamente riunendosi con familiari e amici.

"Passerò il Ramadan col cellulare in mano a seguire le notizie provenienti da Gaza mentre dal divano mi godo le ultime serie tv", afferma Safwan, impiegato pubblico a Beirut, nel Libano in prima linea nel quotidiano e sanguinoso scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele.

Le piattaforme streaming e le produzioni inter-arabe di fiction lavorano ogni anno per offrire durante il mese di Ramadan una variegata offerta di intrattenimento seriale: quest'anno il pubblico si dividerà tra le fiction a sfondo storico, che riecheggiano il tema del conflitto armato e delle lotte di potere, con altre "musalsalat" ("serie tv" in arabo) solo in apparenza più leggere, che trattano di temi sociali e ambientate in ambiti familiari.

Ma Ramadan non è soltanto intrattenimento. "Questo Ramadan sarà per me un mese di vera purificazione ed espiazione", afferma Suha, palestinese originaria di Nablus, in Cisgiordania.

"Dopo aver passato tre mesi solo e soltanto a seguire le terrificanti notizie da Gaza, ho deciso di investire il tempo nella preghiera e nel gestire la raccolta di aiuti per i bambini della Striscia rimasti orfani.

"Durante Ramadan mi dedicherò completamente a questo", afferma Suha emigrata in Italia. Hussein, giovane studente di studi religiosi a Baghdad, afferma quest'anno di essere "più motivato di altri anni nell'interpretare il Ramadan come un'occasione per ritrovare la pace interna, soprattutto dopo tutti questi mesi di traumi collettivi e sofferenze per quello che succede a Gaza, in Iraq e in tutta la regione".

A Damasco, in Siria, altra capitale mediorientale colpita ripetutamente dai raid israeliani su postazioni di gruppi armati filo-iraniani, Maha si chiede se "sarà l'ultimo Ramadan che passerò con la mia famiglia". La giovane studentessa di economia in un paese da 13 anni in guerra e alle prese con una profonda crisi economica acuita dalle sanziono occidentali, ha infatti fatto richiesta per migrare in Canada. E aspetta con ansia di poter "fuggire via", perché "qui non c'è nessuna prospettiva...

chissà come sarà l'anno prossimo passare il Ramadan al freddo e in mezzo alla neve del Canada?", si chiede Maha. (ANSAmed).

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