(ANSAmed) - ROMA, 01 FEB - A Gaza, è sempre più difficile per
le donne partorienti e i loro figli accedere alle cure mediche
pre e post-natali. L'ospedale emiratino di maternità è l'unica
struttura rimasta nell'area di Rafah per assistere le donne
incinte, ma a causa della continua crescita dei bisogni della
popolazione e una carenza di risorse, l'ospedale è ora in grado
di rispondere solo ai parti più a rischio e urgenti. Medici
Senza Frontiere (Msf) è profondamente preoccupata per la
crescente mancanza di assistenza ostetrica per le donne a Gaza.
"Con così tante persone sfollate, la situazione a Rafah è
spaventosa", dichiara Pascale Coissard, coordinatrice
dell'emergenza di Msf a Gaza. "Tutti gli spazi sono
sovraffollati, con persone che vivono in tende, scuole e
ospedali. L'ospedale emiratino sta attualmente affrontando tre
volte il numero di parti che gestiva prima della guerra".
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa
50.000 le donne incinte a Gaza, e circa 20.000 bambini sono nati
dall'inizio della guerra, secondo l'Unicef. A causa della crisi
umanitaria in corso - con i servizi sanitari primari
inaccessibili e l'impossibilità di raggiungere gli ospedali per
mancanza di carburante oltre che la scarsa capacità delle
strutture sanitarie ancora funzionanti -, le donne in gravidanza
a Gaza non hanno avuto accesso ai controlli medici per mesi.
Molte sono costrette a partorire in tende di plastica o in
edifici pubblici. Chi riesce a partorire in un ospedale, spesso
ritorna nel proprio rifugio di fortuna qualche ora dopo aver
fatto un parto cesareo. Per ridurre il rischio di malattie e
mortalità tra le madri e i neonati, Msf supporta l'ospedale
emiratino con assistenza post-parto e ha aggiunto 12 nuovi posti
letto al reparto arrivando a una capacità totale di 20 letti,
consentendo così a più pazienti di ricevere un monitoraggio
adeguato dopo il parto. A causa della difficoltà d'accesso ai
servizi di salute materno infantile, molte donne incinte non
hanno ricevuto nessun tipo di assistenza dall'inizio della
guerra e non hanno fatto visite di controllo. (ANSAmed).
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Msf, 'diventare madri a Gaza è una sfida quotidiana'
'Triplicato il numero di parti all'ospedale emiratino di Rafah'