(di Aldo Baquis)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 03 OTT - Sulla carta, il nuovo ponte
sospeso inaugurato di recente a Gerusalemme promette emozioni
forti. Oltre ad essere il ponte sospeso più lungo in Israele è
situato in un posto altamente evocativo: in una vallata chiamata
'Gay ben-Hinnom' da cui è scaturito poi il termine inquietante
di 'Gehennom' ('Geenna', in italiano) che nella letteratura
biblica è indicato come uno di tre ingressi all'Inferno. Più
precisamente, l'accesso sarebbe dissimulato fra due palme
situate appunto nella valle di Hinnom, da dove secondo le
scritture si leva costantemente una colonna di fumo.
La valle si trova in prossimità delle mura della Città Vecchia,
ai piedi del Monte Sion. L'ambiente circostante è molto sereno.
Prima occorre superare la 'Cinemateque' di Gerusalemme, poi
scendere per un sentiero e quindi aggirare un villaggio bucolico
dove per la gioia dei bambini è stato ricreato un panorama di
sapore biblico, con piccoli appezzamenti di terra coltivati con
sistemi di duemila anni fa, dove qualche cammello sonnecchia
sotto a un tendone.
In tempi remoti, secondo la letteratura, qua invece bambini
venivano immolati al dio Moloch. Quel posto si chiamava allora
'Tofeth', la fornace. Da qui tremila anni fa - attraversando nel
'Gay ben Hinnom' il confine fra i terreni della tribù di Giuda e
quella di Beniamino - passarono gli uomini di David, messisi in
marcia con spade sguainate in un braccio di ferro con il re
Saul. E sempre qui, a partire dal 1948, correva il confine fra
Israele e lo stato di Giordania, che sarebbe stato cancellato
nel 1967 con la guerra dei sei giorni.
Ma come il Rubicone e come il fiume Giordano anche la valle di
Hinnom è sul terreno poca cosa rispetto alla celebrità
accumulata nei secoli e oggi può essere attraversata comodamente
a piedi, anche senza ponti. Ciò nonostante col sostegno delle
autorità è stato realizzato un ponte sospeso lungo 200 metri e
largo 130 centimetri, costato secondo la stampa l'equivalente di
cinque milioni di euro. Si parte da una sorta di rampa per
raggiungere, pochi minuti dopo, la parte opposta, dove c'è
un'altra rampa. In alto, ma difficile da raggiungere, il monte
Sion. Scrutando in basso dal ponte sospeso, nessuna traccia
delle due palme con la colonna di fumo nè dell'altare al dio
Moloch, se mai c'è stato stato. Tuttavia per il turista di
passaggio potrebbe egualmente diventare una meta obbligata da
dove mandare a casa una foto-ricordo davvero invidiabile: 'Tanti
saluti dalla Geenna'. (ANSAmed).
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A Gerusalemme il ponte sospeso sull' 'Inferno'
Una escursione con suggestioni storiche nella valle della Geenna