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Pizzaballa: 'Su pluricultura Gerusalemme può insegnare qualcosa'

Patriarca: 'Noi centro e periferia, siamo richiamo universale'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - CITTÀ DEL VATICANO, 29 SET - Le migrazioni porteranno a società "sempre più pluriculturali e plurireligiose: in questo Gerusalemme è un laboratorio che forse ha qualcosa da insegnare". Lo ha detto il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Pierbattista Pizzaballa, alla vigilia del Concistoro del 30 settembre nel corso del quale sarà creato cardinale.

"Gerusalemme è considerata il cuore del mondo storicamente e allo stesso tempo è periferia del mondo: è un luogo periferico perché è un luogo di conflitto politico, religioso, con situazioni dove ci sono disuguaglianze sociali, economiche e civili enormi. Sappiamo che Papa Francesco è attento alla periferia", ha detto il francescano, rispondendo alla domanda dei giornalisti sul significato della 'porpora' che il pontefice ha scelto di assegnare a lui. "Ma Gerusalemme ha anche un richiamo universale che è indiscutibile. Questa apparente contraddizione fa di Gerusalemme un unicum e ora, con questa nomina - ha sottolineato in riferimento alla sua nomina a cardinale - avrà più attenzione nel panorama della Chiesa universale e anche nella comunità internazionale".

Pizzaballa ha anche parlato del fenomeno delle migrazioni che "non riguarda solo il Mediterraneo e l'Europa: è un fenomeno globale. Anche in Israele abbiamo oltre 100mila tra lavoratori stranieri, migranti e rifugiati: penso al Sud Sudan o all'Eritrea. Assistiamo a un fenomeno doppio: da una parte il numero di cristiani locali che diminuisce a causa dell'emigrazione; dall'altro l'arrivo di cristiani da altre nazioni: filippini, indiani, latinoamericani, cinesi. E' un fenomeno che merita attenzione che non è esente da fenomeni di discriminazione, abusi, violazione dei diritti fondamentali delle persone. Attenzione che la Chiesa di Terra Santa cerca di avere nel maggior modo possibile, sia nell'attenzione ai palestinesi che sono in attesa di una risposta al loro desiderio di dignità, sia per quanto riguarda i migranti, che in alcune zone del Paese vivono situazioni molto problematiche".

Di fronte al fenomeno delle migrazioni "non c'è una soluzione italiana o polacca o israeliana: è un fenomeno globale che ha bisogno dell'attenzione di tutta la comunità internazionale. E si deve imparare a prendere atto che il fenomeno esiste e che bisogna imparare a gestirlo in maniera rispettosa della dignità della persona. Bisogna anche prendere atto che le nostre società, a causa di queste migrazioni, saranno sempre più plurireligiose e pluriculturali. In questo Gerusalemme è un laboratorio che forse ha qualcosa da insegnare", ha concluso.

(ANSAmed).

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