(ANSA) - TUNISI, 21 SET - Come far nascere una filiera mai
esistita, in un paese dove non c'è tradizione di consumo dei
granchi? Le parole chiave: attrezzatura adeguata,
commercializzazione e adattamento. E' accaduto in pochi anni in
Tunisia dove due specie invasive di granchio blu, il Callinectes
sapidus e il Portunus segnis, che dal 2014 avevano cominciato a
proliferare su quelle coste, sono diventate oggi per i pescatori
tunisini una risorsa importante tanto da far coniare loro un
motto: "Dall'orrore all'oro". Lo si legge in un rapporto del Wwf
nel quale si sottolinea che "oggi quella del granchio blu è
un'economia solida e una filiera completa che include e dà
lavoro a pescatori, donne, trasporto e logistica, aziende di
trasformazione e commercianti.
Il Callinectes sapidus è una specie atlantica giunta in
Mediterraneo attraverso le acque di zavorra delle navi e ora
proliferata sulle coste italiane, il Portunus segnis una specie
tropicale arrivata attraverso il Canale di Suez.
Il granchio blu rappresenta il 25% delle esportazioni di
pesce del paese: nel 2021 in Tunisia l'export di granchio blu ha
raggiunto le 7.600 tonnellate per un valore di 24 milioni di
dollari, una cifra raddoppiata rispetto al 2020, sottolinea il
Wwf nel rapporto, precisando che l''80% dei pescatori tunisini
usa le nasse (nel 2014 l'intera flotta pescava con le reti) e
che un'imbarcazione di 12 metri dotata di nasse pesca in media
500 kg di granchio blu a uscita. Il 'cliente' principale è il
mercato asiatico a cui si sono aggiunti Italia, Spagna, Stati
Uniti e i paesi del Golfo Persico".
Se all'inizio dell'invasione i pescatori tunisini volevano
solo estirpare il granchio blu e non lo vedevano come risorsa,
ora quegli stessi pescatori, insieme a ricercatori, ong e
autorità, preoccupati di fronte ai primi segni di
sovrasfruttamento dello stock, si chiedono come gestire la pesca
del granchio blu in modo sostenibile, per assicurare che resti
"Oro" per la Tunisia. "L'Italia di oggi è la Tunisia del 2014:
prevedere quanto sta accadendo oggi sarebbe stato possibile, e
una gestione con una vera visione a lungo termine e non miope di
fronte al tema del cambiamento climatico ci avrebbe premesso di
arrivare preparati - afferma Isabella Pratesi, direttrice del
Programma di Conservazione di Wwf Italia -. Possiamo ancora
imparare dall'esperienza dei nostri vicini, evitando di compiere
errori, come l'utilizzo di sistemi non selettivi, soprattutto
sotto-costa, che potrebbero essere fatali per i nostri mari già
duramente impoveriti e danneggiati dalle attività umane e dal
cambiamento climatico, e adottare una vera gestione adattativa,
imparando a gestire nuove risorse ittiche come il granchio blu
che possono fornire una fonte di guadagno alternativa a
pescatori e agli operatori di tutta la filiera".
Il Wwf ha raccolto le testimonianze e le immagini della
realtà tunisina in due video che evidenziano il cambiamento di
paradigma avvenuto nel paese: nel 2014, un pescatore urla
disperato mostrando la rete completamente distrutta e
aggrovigliata con granchi blu mentre nel 2023 operatori
adeguatamente attrezzati pesano e smistano i granchi blu in una
organizzatissima filiera.
Il granchio blu è esploso 9 anni fa lungo le coste tunisine e
ora la sua popolazione mostra i primi segni di decrescita, tanto
da preoccupare i pescatori tunisini e l'intera filiera nata da
zero per sfruttare e valorizzare questa risorsa, racconta Sassi
Alaya, presidente del "Groupement de Development de peche Al
Ganouch" che rappresenta più di 600 pescatori. Di fronte
all'esplosione del granchio blu i pescatori tunisini si sono
ingegnati e hanno costruito nasse appositamente modificate per
catturarlo. Si tratta di trappole, un sistema di pesca passivo
che non viene trainato sul fondale e garantisce una cattura più
selettiva delle reti. Se adeguatamente gestite, hanno un impatto
ambientale ridotto. "Le nasse sono la soluzione più efficace:
sono selettive e più sostenibili, pescano solo il granchio senza
danneggiare il fondale marino o altre specie. E sono convenienti
per i pescatori: una nassa dura almeno due anni, mentre una rete
da pesca dura 6 mesi al massimo, perché il granchio blu la
distrugge, oltre a mangiare tutto il resto del pesce catturato",
spiega Alaya.
Anche le donne delle comunità locali, molte mogli di
pescatori, sono state coinvolte: è stato insegnato loro a
costruire le nasse apposite e a cucinare il granchio blu,
organizzando diverse degustazioni per mostrare la varietà di
piatti possibili. In parallelo, sono state coinvolte le aziende
di trasformazione del pesce per testare il potenziale di
valorizzazione del granchio blu. E questo è stato un vero boom,
ad oggi in Tunisia si contano 48 aziende che lavorano ed
esportano diversi prodotti finiti: granchio intero cotto,
granchio decorticato, carne di granchio. Sassi ci racconta come
ora stia iniziando anche la vendita di farina di granchio per la
produzione di compost per piante e mangime per animali da
allevamento, con una donazione della cooperazione Stati
Uniti-Tunisia per l'acquisto di macchine per la produzione di
compost. (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Il granchio blu, in Tunisia da piaga a storia di successo
Wwf racconta come il Paese ha trasformato in 'oro blu' la specie invasiva