Rubriche

La Moschea dei Sette Dormienti a Chenini in Tunisia

Mistero e spiritualità, tra leggenda e convivenza religiosa

Redazione Ansa

(ANSA) - TUNISI, 13 SET - TUNISI - Sperduta tra le montagne che circondano la strada che da Tataouine porta a Chenini, dove regna un silenzio sepolcrale, si erge un'austera moschea di un candore abbagliante, il cui minareto è curiosamente pendente. Si tratta della moschea dei Sette Dormienti di Chenini, un gioiello architettonico che racchiude in sé non solo la storia della religione, ma anche una delle leggende più affascinanti della regione. Questo luogo sacro è infatti intriso di mistero e spiritualità, e nel corso dei secoli, ha incantato e ispirato fedeli e visitatori. La leggenda dei Sette Dormienti è un racconto che affonda le radici in diverse culture e religioni, tra cui l'Islam, il Cristianesimo e l'Islam sciita. La storia narra di sette giovani che cercarono rifugio in una caverna per sfuggire a persecuzioni religiose. Qui, entrarono in un sonno profondo che durò per secoli, fino a quando furono scoperti e risvegliati dalla scoperta di una nuova era. La leggenda è un simbolo di rinascita e fede nella divinità. Questa moschea, situata nel cuore di Chenini a Tataouine, è stata costruita in onore dei Sette Dormienti e rappresenta un luogo di pellegrinaggio per i fedeli musulmani. La struttura architettonica incarna l'essenza stessa della leggenda, con sette colonne che simboleggiano i sette dormienti. Le pareti sono adornate da decorazioni intricate che narrano la storia dei Dormienti e invitano alla contemplazione spirituale. La moschea non è solo luogo di preghiera, ma anche come testimonianza tangibile della profonda connessione tra la religione e tradizioni popolari. La leggenda dei Sette Dormienti, con la sua tematica di rinascita e protezione divina, si riflette nella spiritualità dei fedeli che visitano questa moschea. Qui, la storia diventa un veicolo per la devozione e la contemplazione.

Il luogo presenta un'altra particolarità altrettanto enigmatica: la presenza in un piccolissimo cimitero giustapposto alla moschea, di diverse tombe giganti lunghe oltre 5 metri, la cui origine rimane ancora oggi inspiegabile. Nel sud della Tunisia: i sette santi sono venerati anche in una grotta a El Oudiane, e in un vecchio cimitero a Midès. È probabile che questi siti fossero frequentati già in epoca preislamica, senza dubbio dedicati ad altri culti, e che dopo l'islamizzazione della regione, le popolazioni locali, soprattutto ibadi, abbiano mantenuto i culti resi a questi santuari. Furono poi gradualmente i Sette Dormienti ad essere venerati lì. Sembra che la moschea di Chenini sia stata ricostruita da un oratorio più antico, scavato nel fianco della montagna; fu ampliato di un ambiente costruito nel 1323 e dotato di un alto minareto, oggi molto pendente. Le origini del villaggio risalgono al XII secolo, quando i berberi si rifugiarono in queste terre per sottrarsi all'invasione degli uomini del Califfo Fatmide al-Mustansir. A quell'epoca risale anche la costruzione della Moschea dei Sette Dormienti, che prende il nome da una curiosa leggenda secondo la quale lì, in tombe lunghe più di 5 metri, sarebbero sepolti sette santi dalle dimensioni di giganti. In realtà le leggende legate a questo luogo sono così diverse tra loro che è molto difficile orientarsi, ma questa imprecisione non toglie nulla alla sacralità del luogo, venerato da secoli: la gente del luogo, citano molti studi al proposito, soprattutto le giovani ragazze da sposare , vengono il venerdì per pranzare vicino alle tombe e accendere candele. Il mito dei Sette Dormienti ha attraversato i secoli e le frontiere, penetrando profondamente nel tessuto culturale del Maghreb. In Tunisia e in altri Paesi maghrebini, il mito è stato incorporato nella tradizione orale e ha influenzato la comprensione della convivenza tra diverse fedi religiose e la moschea dei Sette Dormienti di Chenini Tataouine è un esempio tangibile di come questo mito sia stato abbracciato e celebrato nella regione del sud tunisino e di come questo luogo sia capace di unire storia e fede in un'unica espressione di spiritualità. (ANSA).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it