(di Aldo Baquis)
(ANSA) - TEL AVIV, 11 SET - Gli appassionati di archeologia
in Israele sono rimasti elettrizzati per una scoperta che i
ricercatori definiscono "sensazionale": il ritrovamento di
quattro spade romane che erano state nascoste 1900 anni fa in un
anfratto di una grotta a strapiombo sul Mar Morto, presso Ein
Gedi. "Sono in ottimo stato. Niente corrosioni nè ruggine. Le
lame restano taglienti" ha affermato in una conferenza stampa
Eli Eksosido, il direttore dell'Autorità israeliana per le
antichità. Erano ancora in fondine di cuoio e di legno. Una
delle ipotesi è che negli anni 132-35 d.C. quelle armi siano
state carpite ai legionari romani da ribelli ebrei guidati da
Shimon Bar Kokhebà, asserragliati in grotte spesso accessibili
solo calandosi dall'alto con funi.
Dietro alla scoperta c'è un insieme di metodo e casualità.
Per sei anni infatti l'Autorità delle antichità ha setacciato
sistematicamente 600-800 grotte sparse nel deserto di Giudea fra
Ein Gedi e Qumran: questo è il luogo dove furono ritrovati in
ottimo stato di conservazione - grazie al clima particolarmente
asciutto - i cosiddetti Rotoli del Mar Morto. L'obiettivo era di
collezionare il maggior numero possibile di informazioni e di
oggetti e di anticipare - per quanto possibile adesso -
trafficanti di reperti archeologici. In questa attività si è
inserito il dott. Assaf Gayer, uno studioso di testi antichi
('Scripta Qumranica') docente all'Università di Ariel
(Cisgiordania). Era rimasto intrigato da alcune lettere ebraiche
tracciate duemila anni fa con l'inchiostro su una stalattite in
una grotta del deserto ed era persuaso che, con mezzi
tecnologici avanzati, sarebbe stato possibile trovarne altre non
visibili ad occhio nudo. E' così tornato nella grotta delle
stalattiti, alla caccia di lettere con apparecchi capaci di
creare immagini multispettrali. "Prima di terminare la missione
- ha detto Gayer - ho notato un piccolo anfratto. Per curiosità
ho infilato una mano e ho avvertito la presenza di metallo". Era
la punta di un 'pilum', un giavellotto romano. A quel punto
occorreva l'intervento di altri esperti. Da un anfratto vicino
hanno estratto una dopo l'altra, quattro spade. Tre avevano una
lama da 60-65 cm. ('Roman spatha'). L'altra aveva una lama da 45
cm. ed un pomo a forma di anello. "Ci siamo stropicciati gli
occhi, credevamo di sognare. Mai visto niente del genere" ha
commentato il dottor Eitan Klein, vice direttore della unità di
lotta al traffico di reperti archeologici.
Nell'ultramoderno Campus Schottenstein dell'Autorità per le
antichità (situato a Gerusalemme sul marciapiede opposto a
quello dell'edificio che da decenni custodisce in perfetta
climatizzazione i preziosi Rotoli del Mar Morto) gli esperti
hanno presentato le spade romane alla stampa, con la massima
delicatezza. Dopo il letargo di 1900 anni adesso saranno
esaminate nei laboratori dell'Istituto. "Vogliamo sottoporle ad
esami del Dna" ha spiegato Amir Ganor, uno dei dirigenti
dell'Autorità per le antichità. "Vogliamo verificare se abbiano
mai trafitto persone, se siano rilevabili tracce di sangue, e
forse anche ricostruire un Dna storico che potrebbe essere
collegato al popolo d'Israele". Altri esami si concentreranno
sulla produzione delle lame e sulle fondine. "Abbiamo ricevuto -
ha concluso - un messaggio di saluto dalla storia remota di
questa Regione". (ANSA).
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Quattro spade romane in una grotta del Mar Morto
Ricercatori israeliani, 'impugnate da ribelli ebrei'