(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 2 GIU - Era il gatto randagio più
noto del club polisportivo più famoso d'Egitto ed era riuscito
per anni a sfuggire a diverse 'campagne' di avvelenamento ma,
quasi sicuramente, non ad una condotta ad aprile: da allora
"Kharrouf" del "Nadi Gezira" è sparito e la sua ombra sta
contribuendo ad offuscare ancora una volta il prestigio
dell'istituzione di Zamalek, la residenziale isola fluviale del
Cairo.
Al punto che il Consiglio di amministrazione del Gezira
(pronuncia: "ghesira") ha indetto una riunione straordinaria
proprio per affrontare l'annoso fenomeno degli avvelenamenti di
gatti randagi che vivono sui 33 ettari del suo vasto perimetro e
per prendere le distanze da questo "orribile" metodo di
controllo della propria informale colonia felina sempre tendente
ad aumentare.
Kharrouf, nome che in arabo significa "agnello" e che gli era
stato attribuito per sottolineare la sua mansuetudine, aveva
nove anni: un'età quasi record per un randagio. "Era nato nel
marzo del '14, quando stavano costruendo la palestra a vetrate",
ha ricordato ad ANSAmed un autorevole socio del Gezira che lo
conosceva bene. "Viveva - ha aggiunto - su un albero dello
stesso centro fitness".
Lì, il bianco e nero Kharrouf, come ha avuto modo di
constatare ANSAmed era ben noto: all'entrata gli uscieri
lasciavano a disposizione dei suoi sonnellini una sedia di
vimini con braccioli; il felino aveva libero accesso alla
palestra e solo pochi lo scacciavano se decideva di appostarsi o
sdraiarsi su qualche macchinario.
Questo "tuxedo" dalla mascherina nera aveva una razione
quotidiana di croccantini e talvolta di scatolette assicurata da
diversi gattofili che si prendono assidua cura di vari felini al
Gezira, favorendone peraltro la proliferazione. Qualcuno l'anno
scorso lo portò dal veterinario quando si lesionò una zampa. Nel
giugno 2017, assieme ad altri randagi, Kharrouf era perfino
apparso nello spot pubblicitario di una farina detta "Bawadi":
un video molto artigianale ma che ha avuto oltre centomila
visualizzazioni.
Dal 20 aprile però nessuno l'ha più visto e, dato che era
abitudinario e tornava sempre al fitness, molto probabilmente è
morto a causa di un avvelenamento. Kharrouf era sfuggito ad una
serie di uccisioni di randagi al Gezira segnalate anche da un
sito di notizie nazionale egiziano a febbraio e ad altri
avvelenamenti (almeno tre definibili "di massa") avvenuti nel
club a partire da quello dell'agosto del 2014 che attirò
l'attenzione anche del quotidiano londinese Guardian a causa di
proteste di animalisti davanti allo sporting club, che a fine
Ottocento era riservato agli ufficiali britannici.
Il 19 maggio, probabilmente mangiando un boccone avvelenato
destinato ai gatti, è morto pure un barboncino nero di un socio
tedesco, come hanno indicato ad ANSAmed due fonti qualificate.
Forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e
comunque, tre giorni dopo, si è tenuta la "riunione
straordinaria di emergenza" del Consiglio di amministrazione del
Gezira: come annunciato dallo stesso consesso, è stato deciso di
coinvolgere il Ministero dell'Agricoltura per verificare "la
presenza o meno di tossine nel club", di formare una
"commissione d'inchiesta" e di "acquistare telecamere di
sorveglianza per coprire l'intero club entro un mese" nella
speranza di cogliere sul fatto gli avvelenatori.
Amina Abaza, una nobildonna egiziana fondatrice di "Spare",
una delle poche organizzazioni egiziane per i diritti degli
animali, contattata da ANSAmed ha ammesso che al Gezira c'è un
problema di periodica sovrappopolazione di gatti che si aggirano
pietendo cibo fra i tavoli dei diversi bar e ristoranti del club
e soprattutto che scambiano gli spazi sabbiosi dedicati ai
bambini per enormi e invitanti lettiere. Ciò è "inaccettabile",
ha detto Amina ricordando però che "avvelenare animali è un
crimine" anche in Egitto e che, soprattutto, "i gatti
agonizzano, con sofferenze orribili, per tre o quattro giorni".
"Tutte le grandi associazioni" per la protezione degli animali
nel mondo come "Peta" dicono che "se proprio c'è bisogno di
uccidere, uccidete con umanità" usando "dapprima tranquillanti e
poi un'overdose di anestetico", ha ricordato la discendente
della nobile casata degli Abaza. Pur in favore della
sterilizzazione, Amina nel caso del Gezira suggerisce di
limitare la proliferazione dei gatti attraverso le
adozioni.(ANSAmed).
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L'ombra di un gatto sul club sportivo più famoso d'Egitto
Al Cairo avvelenato 'Kharrouf', storico randagio del Gezira