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In Tunisia 'Dar Mussolini', raro esempio architettura modernista

Da decenni in stato di abbandono, rivela ancora sua originalità

Redazione Ansa

(di Paolo Paluzzi) (ANSAmed) - TUNISI, 24 MAG - Passando in autostrada da Tunisi verso Hammamet, è impossibile non notare nei pressi di Grombalia una curiosa casa dalla pianta circolare, da anni in abbandono, in stile neocoloniale italiano. Alcune guide turistiche l'hanno soprannominata "Villa dello Zodiaco", in riferimento ai suoi mosaici che rappresentano i dodici segni astrologici, altri la chiamano "Villa Mussolini", anche se non c'entra nulla con il dittatore. Si erge su di tumulo pietroso a sud di Grombalia, non lontano dalla città di Bou Argoub. Poco conosciuta, ma un tempo probabilmente di sorprendente eleganza, essa è un tipico esempio di architettura modernista degli anni '30 in Tunisia, anche se oggi è occupata da alcuni squatter e dei suoi giardini rimangono solo una manciata di palme.

L'accademica ed editrice Silvia Finzi, fine conoscitrice della presenza italiana in Tunisia, ha rivelato in un suo libro che questa villa fu progettata nel 1935 dall'architetto Ugo Chiarini per la famiglia facoltosa dei siciliani Garsia. "Questo edificio, di modeste dimensioni ma unico nella sua pianta perfettamente radioconcentrica, merita lo status di monumento storico per i suoi volumi e le sue forme atipiche che invitano alla riflessione sullo spazio architettonico e sui suoi usi", scrivono in un articolo su Archibat, Zoubeïr Mouhli e Justin McGuinness. Lontana dai fronzoli dello stile Art Déco in voga a Tunisi, questa casa dalle linee pulite è più vicina alle realizzazioni moderniste e razionaliste degli architetti nei territori italiani d'oltremare. Se dall'esterno il principio generatore della costruzione è sempre il cerchio, con tutti gli ambienti che si affacciano su un atrio a pianta circolare, coronato da una cupola perfettamente semisferica, sono i mosaici all'interno, più precisamente quello che ne rimane, a offrire una chiave di lettura delle intenzioni del committente nella costruzione della villa.

Per terra su uno sfondo grigio-nero spiccano figure e animali ispirati all'antichità romana, al Mediterraneo e all'astrologia.

Sul terreno della rotonda, intorno a una fontana, i motivi sono piuttosto animali: uno struzzo, una giraffa, una pecora, un'aquila e una gazzella trafitte da una freccia, oltre a un soldato romano, un gladiatore e una testa moresca, come appare sulla bandiera corsa. "Si tratta di un tentativo di simboleggiare le mire espansionistiche dell'Italia fascista?" si domandano Mouhli e McGuinness. "Le rappresentazioni figurative sul pavimento della rotonda dello Zodiaco ricordano gli atleti e gli emblemi di una rinnovata romanità che ancora oggi vengono calcati dai piedi degli spettatori che si recano allo Stadio Olimpico di Roma". Al primo piano, invece, i motivi del mosaico pavimentale rimandano all'astrologia.

La Villa dello Zodiaco è dunque un edificio di simboli.

All'epoca della sua costruzione, una tale attenzione ai dettagli architettonici deve aver certamente toccato sicuramente la sensibilità dei contadini italiani di Cap Bon. Secondo un aneddoto riportato da Silvia Finzi e Luca Quattrocchi, i vicini avrebbero al tempo deriso le scelte estetiche del proprietario dicendogli scherzando: "Che vuoi ricevere Mussolini?". Da qui il nome di "Dar Mussolini" dato alla villa dagli abitanti del tempo. Racconta un altro accademico e esperto di presenza italiana in Tunisia, Alfonso Campisi, che il proprietario e committente, Peppino Garsia, siciliano di Pantelleria con una farmacia a Tunisi, ogni mercoledì si recava al souk di Bou Argoub per fare la spesa e quando incontrava i contadini del paese, questi, con tono beffardo, gli chiedevano: "Peppino, hai fatto costruire un castello per Mussolini?". Forse proprio per contrastare la presenza della Francia in Tunisia, Garsia chiamò la sua casa "Dar Mussolini", costruita per accogliere il Duce, anche se non ci mise mai piede.

Per capire le motivazioni che hanno spinto Garsia a rivolgersi all'architetto Chiarini per farsi costruire una residenza così imponente in campagna, bisogna risalire ai rapporti non certo idilliaci in quel preciso periodo storico tra i coloni francesi e gli italiani di Tunisia, spesso accusati di essere fascisti e quindi nemici della Francia, spiega Campisi, ma questa è un'altra storia. (ANSAmed).

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